BUONAIUTI, Ernesto (VIII, p. 115)
Storico del cristianesimo, morto a Roma il 20 aprile 1946. Nell'estate 1944 era stato reintegrato nella cattedra universitaria, ma, secondo il disposto del Concordato lateranense, non gli era stato consentito l'effettivo esercizio dell'insegnamento. Già malato, dopo il primo attacco cardiaco, un mese prima di morire, declinò l'offerta di riconciliazione con la Chiesa fattagli dal card. F. Mammaggi a condizione di sottoscrivere la formula: "Credo tutto quello che crede ed insegna la Santa Chiesa cattolica, e riprovo tutto ciò che essa riprova".
Negli ultimi anni, dopo le sue fondamentali ricerche sul movimento gioachimita (edizioni critiche, nelle Fonti per la Storia d'Italia, dei Tractatus super Quatuor Evangelia, Roma 1930, e del De articulis Fidei, Roma 1936, di Gioacchino, e Gioacchino da Fiore: i tempi, la vita e il messaggio, Roma 1931), aveva quasi completamente abbandonato il campo dell'indagine strettamente storico-erudita, orientando sempre più la sua attività verso una forma di apologetica storica intesa a rivendicare i valori da lui affermati essenziali al cristianesimo, per la trasfusione di questi nella società e spiritualità contemporanea. Anche la sua maggiore opera di sintesi storica (Storia del cristianesimo, 3 voll., Milano 1942-43), è in fondo il tentativo di dimostrare che "il cristianesimo come grande forza sociale" ha "già da tempo percorsa la sua dinamica traiettoria" (vol. I, p. 16) e che sola salvezza si presenta così alla società moderna come alla Chiesa di Roma (cfr. anche La Chiesa Romana, Milano 1933) il richiamarne in vita quelli che egli considera come i genuini "atteggiamenti sacrali e prerazionali al cospetto della vita associata e dei suoi fatti elementari: amore, dolore, rimorso, morte" (ibidem, p. 15). In connessione con questa sua visione dell'essenza e dei compiti del cristianesimo (in funzione della quale il B. ha rievocato i fatti stessi della sua vita nel Pellegrino di Roma, Roma 1945, notevole esempio di autobiografia spirituale) deve considerarsi anche il suo tentativo, valutabile solo su quel piano polemico-apologetico sul quale il B. dichiaratamente vuol muoversi, di tracciare le linee di una tradizione "mediterranea" unitaria di pensiero e di spiritualità (cft. soprattutto Amore e morte nei tragici greci, Firenze 1944, 3ª ed.; I maestri della tradizione mediterranea, Roma 1945; La vita dello spirito, postumo, Roma 1949). Una estensione, vivacemente polemica, dei suoi presupposti ai problemi della politica contemporanea deve considerarsi il Pio XII (Roma 1946, postumo) in cui la politica concordataria seguita da Pio XI e Pio XII è da lui prospettata come una delle cause principali della crisi politica e spirituale contemporanea.
Bibl.: Necrologi: G. Levi Della Vida, in Ricerche religiose, XVIII (1947), pp. 1-17; M. Niccoli, in Archivio della deputazione romana di storia patria, LXIX (1946), pp. 161-166; L. Salvatorelli, in Studî e materiali di storia delle religioni, XIX-XX (1943-46); cfr. inoltre il numero unico del "1945" 20 giugno 1946, con una bibliografia di tutti gli scritti principali e il "testamento spirituale" e ancora: G. La Piana, E. B's spiritual Vision of Life, in Harvard Divinity School Bulletin, 30 giugno 1947, pp. 47-69.