APELT, Ernesto Federico
Filosofo tedesco, nato nel 1815 a Reichenau (Sassonia), morto nel 1859 nei suoi possedimenti di Oppelsdorf (Oberlausitz). Formatasi una buona cultura nel campo delle scienze esatte e sperimentali, e in particolare in quello dell'astronomia, si trovò poi dinanzi a problemi di carattere speculativo, come p. es. quelli dell'infinità dello spazio e del tempo: la cui soluzione cercò invano, finché non gli venne tra le mani la Neue Kritik der Vernunft del Fries. Entrato con lui in corrispondenza, fu suo discepolo fedele all'università di Jena, ove poi venne nominato professore, nel 1853. Dopo la morte del Fries (1843), rimase il principale rappresentante della sua scuola. La sua opera principale (Metaphysik, Lipsia 1857; nuova ediz. di R. Otto, Halle 1910) è, salvo poche modificazioni e rielaborazioni, un'esposizione scolastica, ma assai chiara e ordinata, del sistema del Fries.
Altri suoi scritti, filosofici e scientifici: De viribus naturae primitivis Jena 1839; Ernst Reinhold und die kantische Philosophie, Lipsia 1840; Anti-Orion, Jena 1843; Die Epochen der Geschichte der Menschheit, 2 voll. Jena 1845-46; Kepplers astronomische Weltansicht, Lipsia 1849; Die Reformation der Sternkunde, Jena 1852; Die Theorie der Induktion, Lipsia 1854; Religionsphilosophie, Lipsia 1860.
Bibl.: F. Ueberweg, Grundriss der Geschichte der Philosophie, IV, 12ª edizione, Berlino 1923, pp. 154-55.