GHERZI, Ernesto
Nacque a San Remo l'8 ag. 1886 da Andrea. Studiò al Collegio apostolico del Principato di Monaco e il 17 ott. 1903 entrò nella Compagnia di Gesù, iniziando il noviziato nella provincia dei padri gesuiti di Parigi ove conseguì il baccalaureato in lettere. Nell'ottobre 1910, dopo essersi perfezionato in meteorologia e sismologia a Parigi, partì da Marsiglia per Shanghai, dove insegnò fisica all'Università l'Aurore retta dai gesuiti.
Rientrato in Europa nel 1912 per malattia, lavorò dopo la guarigione a Londra con E. Appleton realizzando studi sulle caratteristiche della ionosfera per conto dell'Ammiragliato. Compì gli studi di teologia e venne ordinato sacerdote a Londra il 29 giugno 1916. Durante la prima guerra mondiale servì come cappellano assistente della Marina interalleata, presso le basi inglesi della Manica.
Conseguito il dottorato in filosofia all'istituto di filosofia dei padri gesuiti di Parigi, tornò in Cina nell'ottobre 1920, dove fu assegnato all'osservatorio meteorologico e sismico istituito alla fine dell'Ottocento dai gesuiti a Zi-ka-wei, vicino Shanghai. Inizialmente il G. fu direttore per la sismologia e assistente direttore per la meteorologia; nel 1930 divenne direttore dell'osservatorio di Zi-ka-wei e conservò tale carica fino al 1949, quando le forze comuniste occuparono Shanghai. Trovandosi in quel momento a Manila per un congresso, il G. non fece più ritorno a Shanghai. Lavorò inizialmente presso l'Osservatorio reale di Hong Kong e in seguito, rispondendo a un invito del governo portoghese, installò a Macao un osservatorio geofisico che diresse fino al 1954. Recatosi negli Stati Uniti per tenere un ciclo di conferenze, trascorse alcuni mesi alla Saint Louis University e alla Loyola University di New Orleans (LA), per trasferirsi poi nel 1955 in Canada dove divenne direttore della ricerca presso l'Observatoire de géophysique Jean de Brébeuf di Montreal.
Gli interessi scientifici del G. hanno riguardato principalmente la meteorologia e la sismologia. In Estremo Oriente in 35 anni studiò l'evoluzione di circa un migliaio di tifoni. Ciò gli consentì di elaborare un sistema empirico di previsione della formazione e dello spostamento di tali perturbazioni. Ottenne notevoli successi nella previsione dei tifoni, basandosi su metodi empirici sinottici tradizionali, che comprendevano lo studio dei fattori termodinamici dell'atmosfera (calore, pressione, umidità) e di altri fattori, quali la distribuzione della radiazione solare, le caratteristiche della ionosfera, il potenziale elettrico dell'aria e l'intensità dei raggi cosmici. Secondo la tecnica messa a punto dal G., la previsione si basava sul continuo esame dei dati disponibili e sul continuo contatto radio con le navi in navigazione, che fornivano osservazioni meteorologiche ricevendo in cambio indicazioni sulla rotta prevista dei tifoni. Dal 1930, con l'inizio dei voli internazionali, il G. ebbe anche la responsabilità di lasciare partire e arrivare gli aerei delle compagnie. Il sistema di previsione richiedeva la massima vigilanza non appena un disturbo atmosferico si fosse manifestato anche a 4000 km di distanza ed esigeva il continuo invio di dati alle stazioni, quali altezza e movimento delle nubi, variazioni dell'isobara di 700 millibar (circa 3 km), variazione della pressione nell'area circostante il centro in moto (legata al cammino futuro della perturbazione), velocità e direzione del vento. Circa l'origine dei cicloni tropicali, egli sosteneva che essi fossero innescati da celle convettive prodotte dalla differenza di temperatura tra il mare e le numerose piccole isole disseminate alle basse latitudini.
Dopo la seconda guerra mondiale si affermò tuttavia una scuola di meteorologia - che ebbe il capostipite in C.G. Rossby - caratterizzata da un approccio fisico-matematico più rigoroso, e l'esperienza del G. non fu utilizzata quando il servizio di previsioni per i mari dell'Estremo Oriente passò agli Stati Uniti.
In sismologia, il G. avanzò l'ipotesi che alcuni tipi di microsismi fossero causati dalle oscillazioni della pressione nell'ambito dei cicloni tropicali trasmesse dalla massa liquida al fondo dell'oceano; tale ipotesi ha ricevuto conferme da indagini sismologiche compiute negli anni Sessanta.
A Montreal il G. si occupò prevalentemente di elettricità atmosferica, radiometeorologia e radiazione solare.
Membro della Pontificia Accademia delle scienze dal 1936, dell'Accademia delle scienze di Lisbona, dell'Accademia delle scienze di New York, del Comitato internazionale di meteorologia marittima e delle commissioni internazionali di meteorologia sinottica, idrografia, sismologia, elettricità atmosferica, fu consigliere meteorologico dell'Aviazione commerciale e civile del governo cinese e membro dell'Associazione canadese di meteorologia e della società meteorologica americana. Dotato di grande temperamento e passione per il proprio lavoro, il G. ebbe sempre presente il valore di servizio della sua opera, soprattutto negli anni di Zi-ka-wei.
Morì il 6 dic. 1973 a Saint-Jerome (Quebec, Canada).
Il G. scrisse moltissimo: 104 tra libri e grosse brochures e un centinaio di articoli. È molto difficile comporre una bibliografia completa poiché egli curò poco questo aspetto e perché i moderni studiosi di meteorologia tropicale tendono a non citarlo. Il G. pubblicò molto su periodici da lui curati. Tra quelli del periodo di Zi-ka-wei ricordiamo: Revue mensuelle, Bulletin annuel de l'Observatoire de Zi-ka-wei, Bulletin séismique, Bulletin aérologique - Sondage et températures, Notes séismologiques. Al periodo di Macao e di Montreal appartengono, rispettivamente, i periodici Notas cientificas e Bulletin de géophysique de l'Observatoire de Brébeuf. Alcune delle importanti pubblicazioni sono: Mouvements sismiques des magnétomètres à Zi-ka-wei et à Lu-kia-pang (1877-1924). Principaux sismogrammes, Zi-ka-wei 1925; Études sur les microséismes causés par le froid. Ondes de dilatation et ondes de compression. Principaux séismogrammes, ibid. 1928; Microseisms associated with storms, in Gerlands Beiträge zur Geophysik, XXV (1930), pp. 145-147; Cyclones and microseisms, ibid., XXXVI (1932), p. 20; Atlas de l'humidité relative en Chine, Zi-ka-wei 1934; Atlas thérmométrique de la Chine, ibid. 1934; Über den Ursprung der tropischenZyklonen, in Meteorologische Zeitschrift, LIV (1937), pp. 106-108; On the constitution of typhoons, in Bulletin of the American Meteorological Society, XIX (1938), pp. 59-66; Remarks on some new researches on the nature of the tropical cyclone, in Gerlands Beiträge zur Geophysik, LIII (1938), pp. 316-322; On forecasting the mean temperature of next summer and next winter, in Bulletin of the American Meteorological Society, XXIII (1942), pp. 83 s.; Climatological atlas of East Asia, Shanghai 1944; Ionosperic reflections from the tropopause and ozone layers (10 to 30 km), in Bulletin of the American Meteorological Society, XXIX (1948), pp. 136-138; The meteorology in China, Macau 1951; Ionosphere and weather, VIII (1953), pp. 144 s.; Unrealistic weather maps over continents, in Weather, IX (1954), pp. 386 s.; Peculiar stratified shape of typhoon waves, in Nature, 1955, n. 175, p. 310; The forecasting of tropical cyclones, New Orleans 1958; Ionosphere and surface weather, in Geofisica pura e applicata, 1959, n. 44, pp. 188-190; Atmospherics on 20 Kc/s at the time of local aurora, in Nature, 1960, n. 4733, p. 225; Some queries concerning tropical cyclones and their origin, in Geofisica pura e applicata, 1961, n. 48, pp. 1-20; Nota sull'elettricità atmosferica e previsione del tempo in superficie, in Atti del XV Convegno dell'Associazione geofisica italiana, Roma 1967, pp. 447-451; Note on the reception at Montreal of a continuous wave radio trasmission on 80 kHz from the defense research communications establishment in Ottawa, Canada, Civitas Vaticana s.d.; A meteorological forecasting puzzle, in Commentarii. Pontificia Academia scientiarum, II, Città del Vaticano 1970, pp. 1-8.
Fonti e Bibl.: E. G., in Annuario della Pontificia Accademia delle scienze 1936-37, 1937, pp. 322-324; E. G., in Scienziati e tecnologi contemporanei, I, Milano 1974, p. 434; V. Cantù, Padre E. G.s.i., in Riv. di meteorologia aeronautica, XXXIV (1974), pp. 357-365; G.J. Bell, Father E. G. s.i., 1886-1973, an appreciation, in Journal of the Southern Branch of the Royal Asiatic Society, 1974, pp. 184-189; E. G., 1886-1973, in Nouvelles de la Province du Canada français, LIII (1974), pp. 19 s.