Rivoluzionario, teorico e uomo politico (Rosario, Argentina, 1928 - Camiri, Bolivia, 1967); laureatosi in medicina, visse per qualche tempo in Messico, dove entrò in contatto con F. Castro, e aderì al suo programma politico. Dopo la vittoria del movimento castrista, fu, dal 1959 al 1960, presidente della Banca nazionale cubana, e dal febbraio 1961 ministro dell'Industria. All'inizio del 1965 rinunciò alla cittadinanza cubana e a tutti gli incarichi che aveva a Cuba, per poter dedicare tutte le sue energie, come scrisse in una lettera di congedo a F. Castro, "al movimento rivoluzionario in un altro paese del mondo". G. metteva così in pratica la concezione politica e strategica che era venuto maturando durante l'esperienza cubana imperniata sulla lotta armata (iniziata da piccoli nuclei di guerriglieri altamente addestrati e politicamente preparati, e poi estesa alla massa della popolazione) nei paesi latinoamericani. Nel mese di ottobre del 1967, quando ormai il movimento insurrezionale da lui promosso si era gravemente indebolito, G. fu catturato in Bolivia e ucciso. Ha lasciato scritti politici e militari e un Diario della sua guerriglia in Bolivia.