Poeta italiano (Orta San Giulio 1870 - Torino 1920); fa idealmente parte di quel gruppo di crepuscolari piemontesi (C. Chiaves, N. Oxilia, S. Camasio, ecc.) che ebbe il suo maggiore rappresentante in G. Gozzano, e i cui motivi ironico-sentimentali egli volge decisamente al parodistico e al burlesco, in una serie di filastrocche (raccolte, postume, in Poesie, con prefazione di A. Cajumi, 1927), che sotto il gioco anche verbale racchiudono tuttavia l'amarezza del "niente da dire". Fu anche giornalista. I suoi scritti apparsi sul quotidiano Il Tempo (1919) sono stati raccolti in Le mie invisibilissime pagine (a cura di A. Bujatti, 1993).