SABATO, Ernesto
Scrittore argentino, nato a Rojas (Buenos Aires) il 23 luglio 1911. Dopo studi irregolari di fisica e di filosofia, che lasciarono comunque un segno indelebile nella sua mente riflessiva e dialettica, si dedicò al giornalismo e visse a lungo a Parigi, dove entrò in contatto con A. Breton e col gruppo trotzkista-surrealista degli anni della guerra civile spagnola e del Fronte Popolare. Rientrato in patria allo scoppio del secondo conflitto mondiale, elaborò in forma saggistica la sua visione della crisi spirituale dei tempi moderni, sulle basi di un irrazionalismo metafisico, con influssi di E. Husserl e di M. Heidegger, cui non sono però estranei atteggiamenti d'impegno politico di sinistra, ma fondamentalmente libertarii e antistalinisti. Uno y el universo (1945), Hombres y engrenajes (1951), Heterodoxia (1953) sono le opere saggistiche che riassumono questa prima fase. Ma già nel 1949 era apparso il suo primo, breve romanzo El túnel (trad. it., Milano 1964) che narra un delitto apparentemente immotivato, dal punto di vista interiore di colui che l'ha commesso, in una prospettiva che può ricordare lo "straniero" di Camus. Lungamente fu elaborato l'altro e ben più voluminoso romanzo, Sobre héroes y tumbas (1961; trad. it., Milano 1963) a cui S. deve la sua fama internazionale. L'opera si svolge a tre livelli: quello della riflessione personale dell'autore, quasi "romanzo del romanzo"; quello della fantasia simbolica e surreale (il bellissimo Rapporto sui ciechi, che occupa il centro del libro); e infine quello della "chiacchiera", cioè dei rapporti mondani e amorosi di un gruppo di intellettuali rioplatensi. Mentre si moltiplicavano le traduzioni di questa "summa" del punto di vista latino-americano sui problemi contemporanei, S. tornava alla riflessione saggistica in Tango (1962), El escritor y sus fantasmas (1963), Sartre contra Sartre (1968), elaborando inoltre un'interessante auto-antologia in Itinerário (1969) e prendendo posizione contro l'involuzione reazionaria della politica argentina in La cultura en la encrucijada nacional (1973). Intanto veniva scrivendo il suo terzo romanzo, che appare nel 1974 col titolo Abaddón el Exterminador (trad. it. L'angelo nero, Milano 1976); qui molti eventi e personaggi tipici della Buenos Aires d'oggi sfilano e via via scompaiono, in una sequenza caleidoscopica, volutamente frammentistica, dinanzi allo sguardo angosciato dell'autore, che mette in scena anche sé stesso come personaggio influente ma un poco superato, rappresentante di una cultura ormai contestata dai più giovani, al cui estremismo contrappone la sua disperata fede nei valori dell'uomo.
Bibl.: M. Benedetti, Letras del continente mestizo, Montevideo 1967; A. Melis, in Ideologie, II, 1967 (con stralci d'epistolario tra S. ed E. "Ché" Guevara); A. Dellepiane, E. Sábato, el hombre y su obra, New York 1968; R. A. Pierola, Sábato y la novela psicológica argentina, in Autori vari, La novela iberoamericana contemporánea, Caracas 1968; G. Bellini, La letteratura ispano-americana, Firenze-Milano 1970; J. Franco, Introduzione alla letteratura ispano-americana, Milano 1972; C. Bo, in Corriere delal sera, 4 luglio 1976; D. Puccini, in Paese Sera, 1 agosto 1976.