TRECCANI, Ernesto
Pittore, nato a Milano il 26 agosto 1920. Mentre frequenta la facoltà d'ingegneria, T. fa parte dei gruppi d'avanguardia milanese. Animatore di Corrente (1938-40), il suo apporto è soprattutto di carattere letterario e ideologico, ed è proprio in questi anni che T. imposta una scelta di fondo che caratterizzerà tutta la sua opera: rifiuto di una cultura gerarchica e accademica, attenzione critica della realtà e ricerca di un'espressività immediata e comunicante.
T. espone, per la prima volta, nel 1940 nella Bottega di Corrente (con Birolli, Guttuso, Migneco, ecc.), poi nel 1943 alla Galleria di Corrente e della Spiga con Cassinari e Morlotti. Impegnato nella Resistenza, durante la lotta di liberazione T. continua a dipingere e a disegnare. Nel dopoguerra è redattore della rivista '45 (con Vittorini, De Grada, De Micheli) e fa parte del gruppo Pittura (con Ajmone, Chighine, Testori, ecc.). Nel 1949 la Galleria del Milione organizza la sua prima personale. Redattore della rivista Realismo, è tra i pittori più significativi del gruppo. Durante le prime occupazioni della terra nel Mezzogiorno, T. si reca in Calabria e da queste esperienze nascono opere come Sulla terra (1951-52), Ritorno a Fragalà (1953), La terra di Melissa (1955). È questa la sua personalissima adesione al "realismo", una presa di coscienza e insieme una partecipazione attiva della realtà. In tal senso, oltre che dalla realtà di lotta e di protesta, attivamente vissute, nel Mezzogiorno (tra il 1966 e il 1970 dipinge Sicilia si muove, Verso nuova pace, La democrazia), le sue opere traggono ispirazione anche dalla città e dalla sua periferia industriale (Milano, 1952; Arlecchinata a Porta Volta, 1953-54; Le notti bianche, 1958; Nella città, 1959). Nel 1962 T. intraprende la serie delle cinque grandi tele ispirate a La luna e i falò di Pavese per la Casa del Popolo di Canelli e, nel 1965, realizza per la Casa del Popolo di Valenza Po Da Melissa a Valenza, un grande ciclo narrativo che tocca l'angoscioso problema dell'emigrante.
Bisogna infine ricordare, a parte alcune esperienze nel campo della scultura, la sua ricchissima produzione di acquarelli che, per l'immediatezza della tecnica, aderiscono in maniera felice alla sua impostazione pittorica e lasciano meglio vedere il fondo di ottimismo che ne è alla base.
I suoi pensieri, disegni e poesie sono raccolti in Le cose gentili (1976); il suo diario in Arte per amore (1978). Vedi tav. f. t.
Bibl.: D. Morosini, Ernesto Treccani, Milano 1949; R. De Grada, Il movimento di Corrente, ivi 1952; M. De Micheli, Treccani, ivi 1962; V. Fagone, L. Vitali, Treccani, ivi 1970; F. De Santi, Ernesto Treccani: idea e sentimento della natura, Spoleto 1978; Ernesto Treccani per immagini, Milano 1979.