ernia
Fuoriuscita di un organo dalla cavità naturale in cui è contenuto, attraverso un canale od orifizio preformato o neoformato. Le e. si distinguono per sede (e. addominali, mediastiniche, ecc.), organo erniato (e. cerebrale, vescicale, intestinale, del disco, ecc.), complicazioni presentate (e. strozzata, intasata, infiammata, ecc.). Le e. possono essere congenite (o favorite da condizioni anatomiche congenite) o acquisite per uno sforzo brusco e intenso oppure per costituzionale cedevolezza dei tessuti. Il trattamento d’elezione è chirurgico, semplice e veloce, eseguito generalmente in anestesia locale, in day hospital chirurgico. La laparoscopia può venire utilizzata soprattutto per e. bilaterali, ma richiede ricovero più lungo e anestesia generale.
Distinte dal laparocele e dal prolasso, possono interessare tutti i visceri contenuti nell’addome, eccettuato il pancreas. In genere, gli elementi anatomici costitutivi di un’e. sono: il canale, costituito da un tragitto grossolanamente cilindrico, i cui tratti terminali prendono il nome di anelli erniari; gli involucri, cioè i piani anatomici propri della regione sede dell’e.; il sacco, costituito dal peritoneo parietale; il viscere erniato, per lo più un’ansa del tenue, o un tratto di colon o di epiploon. La sintomatologia è data da tumefazione e dolore locale: la prima è più evidente nella stazione eretta, aumenta con le sollecitazioni della pressione endoaddominale (sforzi, colpi di tosse) e si può ridurre spontaneamente o con opportune manovre. Il dolore nelle e. più piccole può essere sintomo unico. Si distinguono le e. addominali interne e le e. addominali esterne: le prime si producono nell’interno dell’addome per l’impegno di un viscere (di solito un’ansa intestinale) in un orifizio, costituito da smagliature del diaframma o di un meso. Appartengono a questo tipo le e. del diaframma, dello iato, le paracoliche. Le e. addominali esterne (e. propr. dette) si producono attraverso le pareti dell’addome: l’e. crurale si produce attraverso l’anello crurale e il canale crurale e affiora alla radice della coscia; l’e. inguinale si produce attraverso il canale inguinale; l’e. interstiziale si produce lateralmente al margine del muscolo retto; l’e. ischiatica è dovuta all’impegno di una o più anse intestinali nel grande o nel piccolo foro ischiatico; l’e. ombelicale è data dall’estroflessione del peritoneo attraverso l’ombelico e tende a guarigione spontanea nel neonato; l’e. otturatoria si produce attraverso il foro e il canale otturatorio; l’e. perineale si produce attraverso il pavimento pelvico o diaframma urogenitale; l’e. epigastrica si produce per l’impegno di un lobulo di grasso properitoneale in una smagliatura della linea alba. Le e. addominali, complicandosi, possono andare incontro: a strozzamento, consistente nella prolungata costrizione del viscere erniato a opera di anelli fibrosi o del colletto del sacco erniario, con compromissione della vitalità dei suoi tessuti; a intasamento, per accumulo di materiale intestinale nell’ansa erniata, in quantità tale da renderne impossibile la riduzione; a peritonite erniaria, per flogosi del peritoneo che riveste l’ernia.
Consiste nello sgusciamento del nucleo del disco, o anteriormente, fra i corpi vertebrali, o posteriormente, verso il canale midollare. Nel primo caso l’e. è favorita da malformazione della colonna (cifosi, giovanile e senile); nel secondo da esagerati o bruschi movimenti di flessione. L’e. è causa di diminuita mobilità della colonna e dei fenomeni irritativi e deficitari (algie, anestesie, abolizione dei riflessi, paresi) causati dalla compressione delle radici nervose. La terapia è chirurgica, con rimozione del disco erniato: se posteriore ciò avviene dopo laminectomia, cioè dopo sezione della parte di lamina vertebrale che chirurgicamente si presenta davanti al disco da rimuovere.