ERNICI (Hernĭci)
Popoli di stirpe italica, forse una sottotribù dei Sabini, la cui nobilissima civitàs fu Anagnia (Macrob., V, 12), e le altre località Ferentinum, Aletrium, Verulae. Il nome deriverebbe dal vocabolo sabino herna = saxum (Servio, Ad Aen., VII, 684). Politicamente costituivano un foedus le cui adunanze si raccoglievano nell'agro anagnino (Livio, IX, 42; XXVII, 4).
Si trovano in relazione con Roma fino dall'età regia; Tarquinio Superbo impadronitosi del regno manda legati alle città degli Ernici e dei Volsci invitandoli a fare amicizia e alleanza (Dion. Hal., IV, 48). Quest'alleanza viene denunciata sotto il consolato di C. Aquilio e T. Sicinio (487) dichiarando gli Ernici di non esser più tenuti ai patti dal momento che Tarquinio era stato cacciato (Dion. Hal., VIII, 64); il console Spurio Cassio saccheggia il territorio ernico e impone condizioni di pace a base di viveri e denaro (Dion. Hal., VIII, 68; Livio, II, 41); il Senato, con mossa politica felice, per meglio fronteggiare gli Equi e i Volsci, accoglie gli Ernici in novella alleanza a parità di diritti. Gli Ernici sanno dimostrarsi grati di questo trattamento: nunquam (Livio, VI, 2, 3) ambigua fide in amicitiam populi romani fuerunt. E nel 413 a. C. occupano, insieme coi Latini, Ferentino ai Volsci. Una defezione degli Ernici si ha verso il 386, dopo l'invasione gallica. Nel 362 il console L. Genucio sarebbe caduto in guerra contro di loro; ma poco dopo, sconfitti, verso il 357, rientrano nella lega (Livio, VII, 15).
Qualche anno prima del 306 una parte degli Ernici si unisce agli Equi e ai Marsi durante le guerre sannitica ed etrusca (Livio, IX, 42); ma subito sono sottomessi nel 306 dal console Q. Marcio Tremulo; la lega ernica è distrutta; Alatri (Aletrium), Ferentino (Ferentinum), Veroli (Verulae), rimaste fedeli, ottengono singoli trattati di alleanza con Roma; alle altre città fu data la civitas sine suffragii latione e tolto il diritto di concilio e connubio (Livio, IX, 43).
Bibl.: H. Nissen, Ital. Landeskunde, I, Berlino 1883, p. 515; II, p. 647; Weiss, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, col. 909; G. De Sanctis, Storia dei Romani, Torino 1907, segg., II, pp. 102, 253, 333.