Psicanalista (Gowerton, Galles, 1879 - Londra 1958). Fondatore della British psycho-analytical society (1919), fu seguace di S. Freud, di cui scrisse l'imponente biografia The life and work of Sigmund Freud (3 voll., 1953-57; trad. it. 1962). Nel saggio The theory of symbolism (1916; trad. it. 1972), mentre precisò la nozione di simbolismo onirico, che si ricondurrebbe a pochi denotati (le primary ideas), spiegò contro Jung il loro carattere universale con l'uniformità dei bisogni umani. Negli studi sulla sessualità femminile avanzò la nozione di "afanisi", o estinzione del desiderio sessuale, timore comune a uomo e donna, anteriore a quello della castrazione; si oppose del resto alle prevalenti interpretazioni fallocentriche dello sviluppo femminile.
Decisiva la sua opera per l'affermazione della psicanalisi, specialmente in Gran Bretagna. Laureato in medicina e ostetricia (1900) e avviato alla carriera ospedaliera a Londra, nel 1908 cominciò a frequentare Freud. Da allora la sua vita si identificò col movimento psicanalitico: nel 1912 promosse il Comitato a difesa della ortodossia. Dopo la parentesi dal 1908 al 1912 in Canada (dove dirige l'Ontario clinic for nervous deseases), nel 1919 fondò la British psycho-analytical society che presiedette poi per oltre trent'anni; nel 1920 creò la prestigiosa rivista International journal of psycho-analysis.
Oltre alle opere citate, J. ebbe altresì il merito di importanti contributi teorici, raccolti in Papers on psycho-analysis (1913; 5a ed. 1948). Oltre alle monografie dedicate all'incubo (On the nightmare, 1931; trad. it. 1951) e all'interpretazione edipica dell'Amleto (Hamlet and Oedipus, 1949; trad. it. 1975), scrisse anche numerose ricerche sull'arte, la politica, il folclore, le credenze religiose (Essays in applied psycho-analysis, 2 voll., 1951; trad. it. 1971).