LUBITSCH, Ernst
Regista del cinema tedesco e americano, nato a Berlino il 28 gennaio 1892, morto a Eel Air (California) il 30 novembre 1947.
Diresse nell'immediato dopoguerra La principessa delle ostriche, 1918; Madame Du Barry, 1918; Sumurun, 1919; Carmen, 1919; Anna Bolena, 1920; Rausch, 1920; La Donna dei Faraoni, 1921; Die Flamme, 1922: ora anticipando le riuscite drammatiche del Kammerspiel, ora indulgendo a un suo gusto lezioso e operettistico (derivava La principessa delle ostriche dal Re, le Torri e gli Alfieri dell'italiano Lucio d'Ambra). Trasferitosi in America, vi dirigeva, in ordine di tempo, Rosita, 1923; Matrimonio in quattro, 1924; La zarina, 1924; Il ventaglio di Lady Windermere, 1925: ma siamo ancora ai margini dell'operetta, nella zona neutra della commedia ballabile. Il ritmo - diciamo il ritmo come misura assoluta - come unico punto di riferimento, come introduzione al balletto giocoso e alla sequenza degli equivoci, delle scalee, degli amori, informerà Il principe studente, 1927 e Il principe consorte, 1928; Montecarlo, 1930; L'allegro tenente, 1932: dopo Ramón Novarro, Maurice Chevalier; dopo Mary Pickford, Jeanette Mc Donald. Attraverso Se avessi un milione, 1931, e Mancia competente, 1932, L. si riaccosta alla commedia, ma con armi ben altrimenti affilate: quelle che gli consentiranno, dopo la felice parentesi della Vedova allegra, 1934, di ricamare sul tema Marlène (Dietrich) la prelibata variazione d'Angelo. Né la sua parabola finisce qui: Ninotchka (con G. Garbo) 1939; Scrivimi fermo posta, 1939; e Quell'incerto sentimento, 1941, ci presentano un Lubitsch sarcastico, amaro, sornione, manipolatore efficacissimo di pastiches agrodolci. Nel Cielo può attendere, 1943, e in Fra le tue braccia, 1946, l'amarezza del vecchio semita si scioglie in un sorriso patetico e indulgente: a suggellare un'operosa giornata.