WILDENBRUCH, Ernst von
Lirico e drammaturgo tedesco, nato il 3 febbraio 1845 a Beirut in Siria, dove suo padre era console generale di Prussia, morto a Berlino il 15 gennaio 1909. Passò i primi anni in Atene e a Costantinopoli; a dodici anni si recò in Germania e studiò a Halle e a Berlino; frequentò poi, in quest'ultima città, la scuola di cadetti e fu nel 1863 nominato ufficiale dell'esercito prussiano. Appena due anni dopo lasciò la carriera militare, ma fu di nuovo ufficiale nel '66 nella guerra contro l'Austria; finita la campagna tornò a Berlino a studiare giurisprudenza; rientrò ancora nell'esercito allo scoppio della guerra franco-prussiana, finché nel '77 fu addetto al Ministero degli affari esteri. Nel 1900 abbandonò la carriera diplomatica col grado di consigliere di legazione. Il W. ebbe due volte il premio Schiller e nel 1892 era stato nominato dottore in fillosofia honoris causa dall'università di Jena.
L'attività letteraria del W. è fecondissima. Presto egli si fece conoscere con due poemi epici: Vionville (1874) e Sedan (1875). Poco dopo pubblicò una raccolta di Lieder und Balladen (1877) che gli procurò larga rinomanza. A lui si devono anche parecchi volumi di novelle, romanzi e leggende, fra cui: Der Meister von Tanagra (1880); Novellen (1883); Neue Novellen (1885); Claudias Garten (1896); Tiefe Wasser (1897); Willehah (1897), e varî racconti per ragazzi, come Kindertränen, Das edle Blut, ma le sue naturali doti di artista meglio si rivelano nella copiosissima produzione drammatica. Fra i drammi, la maggior parte dei quali d'argomento storico, si ricordano: Spartakus (1873); Harold (1881); Die Karolinger (1882); Der Fürst von Verona (1886); Die Quitzows, che ebbe il maggiore successo (1888); Der Generalfeldoberst (1889); Die Tochter des Erasmus (1900); König Laurin (1902); Die Rabensteinerin (1907), e altri.
Un'impetuosa passionalità caratterizza l'opera del W. Così, come le liriche hanno più spesso una forte concitazione e toni altissimi, i drammi sorgono da aspri conflitti, la cui soluzione è sempre e inevitabilmente catastrofica. Si direbbe che la concezione drammatica del W. muova direttamente da quella del Kleist, con la differenza che il processo psicologico che incatena a poco a poco gli eroi del Kleist, fino al pieno riconoscimento d'una ineluttabile necessità interiore, è qui sostituito da una serie di azioni esteriori. E allora più che un naturale e graduale scatenarsi di passioni contrastanti, facilmente abbiamo azioni e gesti e gridi capaci di produrre effetti teatrali, ma di assai dubbio valore artistico. Questa, del resto, passato il periodo aureo del dramma tedesco, era la moda del tempo, alla quale il W. era portato a indulgere senza sforzo, senza cioè tradire i tratti distintivi della propria personalità.
Ediz.: Gesammelte Werke, edite a cura di B. Litzmann, voll. 16, Berlino 1912; Ausgewählte Werke, a cura di M.M. Elster, voll. 4, Berlino 1919.
Bibl.: B. Litzmann, Das deutsche Drama in den literarischen Bewegungen der Gegenwart, Bonn 1897; H. Bulthaupt, dramaturgie des Schauspiels, IV, Oldenburg 1901; Röhr, W. als Dramatiker, 1908; B. Litzmann, E. v. Wildenbruch, voll. 2, Berlino 1913-16; F. Schlosser, W. als Kinderpsychologe, Bonn 1919; P. Blumenthal, Erinnerungen an W., Francoforte s. O. 1924; H. Maync, E. v. Wildenbruch, in Deutsche Dichter, Frauenfeld 1928.