TEMPEL, Ernst Wilhelm Leberecht.
– Nacque a Niederscunnersdorf, nel regno di Sassonia, il 4 dicembre 1821, da Christian Gottlieb e da Johanne Christiane Sonntag.
Figlio di agricoltori, fu sottratto al lavoro rurale da un insegnante che aveva notato il suo talento nel disegno e l’interesse per le scienze naturali e l’astronomia. Per intercessione del maestro, fu avviato al mestiere di litografo nella città di Meissen, completando il suo apprendistato nel 1840. Successivamente intraprese un viaggio che lo portò in altre città della Germania e in Scandinavia, e visse per tre anni a Copenhagen.
Intorno al 1850 si trasferì in Italia, prima a Roma e poi a Venezia. Nel luglio del 1852 si convertì alla religione cattolica e sposò Marianna Gambin (o Gambini), figlia del custode del Palazzo ducale. A Venezia trovò impiego come litografo. Il lavoro preparatorio per la realizzazione di una carta geografica delle esplorazioni polari di sir John Franklin risvegliò in lui l’interesse per l’astronomia. Soggiornò per alcuni mesi nel 1856-57 a Marsiglia e nel 1857-58 a Bologna, dove frequentò gli osservatori astronomici e fu probabilmente impiegato nella realizzazione di carte celesti.
Tornato a Venezia, acquistò un telescopio, con il quale si dette ad assidue osservazioni del cielo dalla cima della scalinata di palazzo Contarini del Bovolo. Nell’aprile del 1859 scoprì la sua prima cometa, la C/1859 G1; in ottobre, osservò una luminosità diffusa intorno alla stella Merope delle Pleiadi. La comunicazione della scoperta su Astronomische Nachrichten (Schreiben [...] an den Herausgeber, 1861, vol. 54, pp. 285 s.), la prima di una lunga serie di lettere alla rivista, gli procurò da subito una certa notorietà. Nonostante l’asterismo delle Pleiadi sia stato esaminato fin dalle prime osservazioni telescopiche di Galileo Galilei, nessuno aveva notato la nebulosa. Tempel tornò più volte sull’argomento negli anni successivi, per rispondere agli astronomi che, osservando da cieli meno tersi e con ottiche meno luminose, non riuscivano a confermare la scoperta (si veda, ad esempio, Note on the nebula near Merope, in Monthly notices of the Royal astronomical Society, XL, 1880, pp. 622 s.).
Nel marzo del 1860 Tempel fu assunto come astronomo disegnatore all’osservatorio di Marsiglia, richiamato dal direttore Benjamin Valz. Mancando l’osservatorio di mezzi adeguati, si dedicò alla ricerca di asteroidi utilizzando il proprio telescopio. Scoperti due oggetti nel 1861, invitò il bavarese Carl August von Steinheil, costruttore dello strumento, a battezzarne uno. Il nome scelto, Maximiliana (in onore del re di Baviera Massimiliano II), suscitò una diatriba sull’utilizzo di nomenclatura non proveniente dalla letteratura classica; l’asteroide fu poi ribattezzato Cybele. In totale, Tempel scoprì cinque asteroidi.
In occasione dell’eclisse totale di Sole del 18 luglio 1860, Tempel si unì alla missione scientifica di Giovan Battista Donati e Francesco Carlini di passaggio per Marsiglia e diretta in Spagna. Durante l’evento, si occupò di osservare la corona solare. Successivamente, diede un saggio delle proprie capacità artistiche e di osservatore producendo alcune illustrazioni del fenomeno (pubblicate in G.B. Donati, Intorno alle osservazioni fatte a Torreblanca in Spagna dell’eclisse totale di Sole del 18 luglio 1860, in Annali del R. Museo di fisica e storia naturale di Firenze per il 1865, Firenze 1866, pp. 21-35). Un’analisi moderna ha riconosciuto nei suoi disegni una delle prime osservazioni di un fenomeno di espulsione di massa coronale.
Alla fine del 1861 lasciò l’osservatorio per dissapori con il nuovo direttore e riprese l’attività di litografo, pur continuando a scandagliare il cielo dalla sua abitazione di Marsiglia. Le sue attività notturne andarono presto a detrimento del lavoro remunerato diurno. Per far fronte alle pessime condizioni economiche della famiglia, meditò di vendere il telescopio, ma non diede seguito al proposito. Diede poi alle stampe un suo curriculum, evidente tentativo di trovare un nuovo impiego presso un osservatorio (Découvertes astronomiques..., Marsiglia 1868). In questo periodo scoprì sette comete, fra le quali la periodica 9P/Tempel, visitata da due missioni della National aeronautics and space administration (NASA) nel 2005 e nel 2011.
A Venezia e Marsiglia, Tempel si dedicò anche a osservazioni della Luna. In Schreiben [...] an den Herausgeber (in Astronomische Nachrichten, 1867, vol. 69, pp. 365 s.) intervenne nel dibattito sulla supposta variabilità di alcune conformazioni lunari, riportando l’osservazione di una luminosità rossastra temporanea sul fondo del cratere Aristarco (sede di numerosi eventi ottici di breve durata di origine tuttora sconosciuta, noti oggi come ‘fenomeni lunari transienti’). Allo stesso tempo, avvertì della difficoltà di distinguere cambiamenti reali da quelli dovuti alle variazioni delle condizioni di illuminazione durante le fasi lunari.
Cittadino tedesco, fu espulso dalla Francia in seguito alla guerra franco-prussiana e all’inizio del 1871 fu assunto come assistente all’osservatorio di Brera, diretto da Giovanni Virginio Schiaparelli. A Milano scoprì altre tre comete. In Osservazioni astronomiche diverse fatte nella specola di Milano (Milano 1874) raccolse varie osservazioni e disegni, fra cui notevoli sono quelli della cometa C/1874 H1 (Coggia), sempre eseguiti grazie al suo telescopio personale. In assenza di Schiaparelli, nell’ottobre del 1871 Tempel fece da anfitrione all’imperatore del Brasile Pedro II, in visita all’osservatorio. Tempel incontrò l’imperatore, appassionato di astronomia, altre due volte all’osservatorio di Arcetri.
Inaugurato nel 1872, l’osservatorio di Arcetri a Firenze già versava in una situazione infelice: la strumentazione era incompleta, l’acqua piovana si infiltrava nelle parti più delicate dell’edificio e la direzione, dopo la morte del fondatore Donati nel 1873, era vacante. L’Istituto di studi superiori di Firenze, da cui l’osservatorio dipendeva, offrì la direzione a Schiaparelli; questi inizialmente accettò l’incarico, ma poi lo declinò per motivi personali; suggerì però la chiamata di Tempel, che avrebbe procurato notorietà ‘mediatica’ all’osservatorio con le scoperte di cui era prodigo. Tempel accettò il trasferimento, anche per sfuggire al clima milanese nocivo per la sua salute. Nel gennaio del 1875 passò quindi ad Arcetri, prima come aiuto, poi come assistente. Per vari problemi, l’osservatorio rimase senza direttore; durante la sua permanenza, Tempel fu l’unico astronomo in servizio.
Nonostante le difficoltà, che traspaiono anche dalle sue comunicazioni scientifiche (Schreiben [...] an den Herausgeber, in Astronomische Nachrichten, 1877, vol. 90, pp. 32-41), Tempel riuscì a utilizzare proficuamente il telescopio di Giovan Battista Amici da 28 cm di apertura, allora il rifrattore più grande in Italia, grazie a cui osservò numerose comete, fra cui la C/1877 T1 (la dodicesima e ultima da lui scoperta). Fu fra i primi a notare la Macchia rossa di Giove (Schreiben [...] an den Herausgeber, ibid., 1879, vol. 96, pp. 61-64); si dedicò in particolar modo all’osservazione delle nebulose, eseguendo un gran numero di disegni e scoprendo circa 110 oggetti mai visti prima (che oggi sappiamo essere quasi tutti galassie). Con la memoria Osservazioni e disegni di alcune nebule corredata di ventidue tavole (Firenze, Archivio storico di Arcetri, Fondo Tempel) vinse il premio Reale dell’Accademia dei Lincei per il 1879. L’opera non fu mai pubblicata nella sua interezza, perché Tempel si dichiarò sempre insoddisfatto della riproduzione litografica dei suoi disegni. Il testo invece, ampliato ma con un limitato corredo di illustrazioni, fu dato alle stampe successivamente in tedesco (Über Nebelflecken, nack Beobachtungen angestellt in den Jahren 1876-1879 mit dem Refractor von Amici auf der Königl, Prag 1885).
In Über Nebelflecken Tempel riprese alcuni dei temi trattati nelle sue pubblicazioni precedenti. Mostrando un’eccessiva confidenza nelle potenzialità dei telescopi a sua disposizione, ritenne un’illusione la forma a spirale vista con telescopi di maggiori dimensioni in alcune nebulose, come quella scoperta da lord Rosse (William Parsons III conte di Rosse) nella galassia a spirale M51. Per questo entrò in aspra polemica con l’astronomo John Ludwig Emil Dreyer, assistente di lord Rosse (Spiral form of nebulae, in The Observatory, 1878, vol. 1, pp. 403-405). Inoltre, privo di preparazione accademica e ancorato alle tradizionali tecniche di studio e raffigurazione degli astri, non seppe apprezzare l’introduzione della spettroscopia e della fotografia nel campo dell’astronomia. Oltre a queste inclinazioni, il suo carattere suscettibile rese spesso difficili i rapporti con alcuni colleghi. Ciò nonostante, fu sempre stimato dai contemporanei per le sue capacità di acuto osservatore e disegnatore; più volte fu tentata la pubblicazione, anche postuma, di Osservazioni e disegni. Nel New general catalogue of nebulae and clusters of stars (Memoirs of the Royal astronomical Society, 1888, vol. 49), il suo fu il più ampio contributo italiano agli oggetti elencati da Dreyer.
Per le sue numerose scoperte di asteroidi e comete ricevette il premio Lalande (1861) e il premio Valz (1881) dall’Accademia delle scienze di Parigi, e sei premi dal 1869 al 1878 dall’Accademia delle scienze di Vienna. Fu socio fondatore dell’Astronomische Gesellschaft (1863), membro straniero della Royal astronomical Society (1881), membro nazionale della Società degli spettroscopisti italiani (1888) e di altre accademie minori. Gli furono conferite le onorificenze di cavaliere dell’Ordine imperiale della rosa del Brasile (1872) e di cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (1883). Nel 1880 fu naturalizzato italiano con il nome di Ernesto Guglielmo.
La salute di Tempel si aggravò a partire dal 1886 ed egli non poté continuare le osservazioni, anche per le sempre peggiori condizioni dell’osservatorio. Infermo, fu costretto a trasferirsi in una villa vicina a causa del crollo del soffitto nel suo appartamento interno all’osservatorio.
Morì a Firenze il 16 marzo 1889.
Tempel non ebbe figli. Dopo la morte, la moglie rimase in condizioni di indigenza. In suo aiuto fu aperta una sottoscrizione internazionale, mentre l’Istituto di studi superiori di Firenze acquistò da lei il telescopio personale dell’astronomo e le tavole (oggi conservati ad Arcetri). La maggior parte del carteggio, invece, fu acquistata dal Preussischer Kulturbesitz di Berlino. Gli eventi relativi alla scelta del nome dell’asteroide Maximiliana/Cybele ispirarono negli anni Sessanta-Settanta del XX secolo il pittore Max Ernst, il gallerista/poeta Iliazd e il regista Peter Schamoni, che resero omaggio alla figura di Tempel in una serie di lavori.
Fonti e Bibl.: Berlino, Staatsbibliotek, Preußischer Kulturbesitz, Nachlass Tempel; Archivio di Stato di Firenze, Fondo Niccolò Nobili, f. 20-d; Firenze, Istituto nazionale di astrofisica, Osservatorio astrofisico di Arcetri, Archivio storico, Fondo Guglielmo Tempel.
G.V. Schiaparelli, Guglielmo Tempel, necrologio, in La Nazione, 5 aprile 1889; J.L.E. Dreyer, E.W.L. T., obituary, in Monthly notices of the Royal astronomical Society, L (1890), pp. 179-182; L. Clausnitzer, W. T. und seine kosmischen entdeckungen, Berlin 1989; L’esercizio illegale dell’astronomia: Max Ernst, Iliazd, W. T. (catal.), a cura di L. Chimirri et al., Firenze 2009 (con riproduzione delle tavole di Osservazioni e disegni di alcune nebule); S. Bianchi et al., W. T. and his 10.8-cm Steinheil Telescope, in Journal of astronomical history and heritage, 2010, vol. 13, n. 1, pp. 43-58; S. Bianchi - D. Galli - A. Gasperini, Giovanni Virginio Schiaparelli e l’osservatorio di Arcetri, Firenze 2011, pp. 29-33, 40 s., 44 s.; S. Bianchi, Un imperatore ad Arcetri, in Giornale di astronomia, 2012, vol. 38, n. 2, pp. 2-12; O.W. Nasim, Observing by hand: sketching the nebulae in the nineteenth century, Chicago 2013, pp. 199-223; Y. Nazé, Tribute to an astronomer: the work of Max Ernst on W. T., in Journal for the history of astronomy, 2016, vol. 47, pp. 115-135.