NAY, Ernst Wilhelm
Pittore, nato a Berlino l'11 giugno 1902 e morto a Colonia l'8 aprile 1968. Della sua prima attività, da autodidatta, il ritratto a figura intera di F. Reuter (Amburgo, Kunsthalle) del 1925 è l'opera più significativa: eseguita nei modi pittorici post-impressionisti, suscita l'interesse di K. Hofer che accoglie il giovane pittore all'accademia di Berlino (1925-28). A Parigi, dove N. si reca per la prima volta nel 1928, a contatto con la giovane pittura d'avanguardia la caratteristica durezza dei contorni e la preferenza per le tonalità fredde si attenua. Dopo un soggiorno a Roma (1931) come vincitore del premio Roma, tornato in Germania N. dipinge una serie di nature morte d'impronta magico-surreale. E ancora l'influenza delle ultime opere di E. L. Kirchner è significativa nell'elaborazione di uno stile personalissimo in cui rivive in modo totalmente autonomo l'elemento stilistico dell'espressionismo tedesco. Un punto culminante è raggiunto nella serie di quadri (ma altrettanto significativi sono i disegni) ispirati dalle scene di pesca e dal paesaggio dell'arcipelago Lofoti, eseguiti durante i soggiorni (1937-38) in Norvegia, ospite di E. Munch, in un periodo estremamente difficile per N. che era stato definito dal nazismo pittore "degenerato". Altro momento di grande importanza è vissuto da N. durante la guerra, in Bretagna, quando in una serie di piccoli acquarelli la sua ricerca è prevalentemente impegnata nel campo del colore. Nel dopoguerra N. esegue una serie di quadri ispirati a miti, leggende, poesie; dopo il 1950 la sua ricerca si svolge completamente nell'ambito dell'arte non figurativa. Nel 1950 ha luogo la sua prima grande retrospettiva alla Kestner-Gesellschaft di Hannover; nel 1953 è invitato a tenere dei corsi alla Landeskunstschule di Amburgo. Da questo momento partecipa alle principali esposizioni internazionali ottenendo numerosi premi (Lichtwark 1955, Guggenheim sez. tedesca 1960, città di Berlino 1964).
Nella sua ricerca, svolta anche con scritti teorici come Gestaltwert der Farbe (Monaco 1955), N. mette in evidenza il concetto di superficie come campo autonomo, non supporto di forme ma vero e proprio elemento della creazione: il pittore per mezzo del colore cui si attribuisce un "valore formante" è in grado di muovere ritmicamente e spazialmente questa superficie che è per ciò una superficie-forma. Ma altrettanto importante è il problema dello sviluppo cromatico: il colore, liberato da qualsiasi funzione, sia simbolica che atta a rappresentare oggetti, è ordinato in gruppi simili e risultanti reciprocamente in ordine contrappuntistico. Verso il 1953 compaiono strutture con forme elementari costantemente ripetute: il disco, come forma nella quale concorrono statica e dinamica, in un campo polifocale. Ma N. riesce a superare anche questa forma-tipo del disco che, nelle opere successive, assume aspetti meno rigidi e si scioglie in una molteplice varietà di modelli. vedi tav. f. t.
Bibl.: W. Haftmann, E. W. Nay, Colonia 1960; F. Usinger, E. W. Nay, Recklingshausen 1961; M. Imdahl, E. W. Nay, Akkord in Rot und Blau, Stoccarda 1962; J. Claus, Theorien zeitgenössischer Malerei in Selbstzeugnissen, Amburgo 1963 (trad. it., Milano 1967); H. Richter, Zum Tode von E. W. Nay, in Weltkunst, XXXVIII (1968), n. 9, p. 406. Cataloghi mostre: E. W. Nay, 1902-1968, Amburgo, Berlino, Francoforte, Colonia 1969; E. W. Nay 1935-1968, Bonn 1970.