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WINDISCH, Ernst

di Vittore Pisani - Enciclopedia Italiana (1937)
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WINDISCH, Ernst

Vittore Pisani

Glottologo e indianista, nato a Dresda il 4 settembre 1844, morto ivi il 30 ottobre 1918: fu professore nelle università di Heidelberg, Strasburgo e Lipsia.

Tra i suoi maestri furono G. Curtius e H. Brockhaus, che lo guadagnarono alla glottologia e al sanscrito. Glottologici furono i suoi primi lavori, le ricerche sull'origine del pronome relativo nelle lingue indoeuropee (in Curtius' Studien, II, 1869) e la collaborazione al l ibro di B. Delbrück sull'uso sanscrito e greco del congiuntivo e del'ottativo (1871); più tardi tornò a questo genere di studî con la memoria Über die Verbalformen mit dem Charakter R im Arischen, Italischen und Keltischen (1887) e coll'altra Zur Theorie der Mischsprachen und Lehnwörter (1897), in cui pode il principio che non la lingua estera appresa, ma la propria lingua di un popolo diventa lingua mista sotto l'influsso di quella. La glottologia l0 portò allo studio del celtico, specie dell'antico irlandese; notevoli in questo campo sono i suoi contributi alla 4ª (1873) e 5ª (1879) ediz. dei Grundzüge der griech. Etymologie del Curtius, la Kurzgefasste irische Gramm. (1879), gli Irische Texte mit Wörterbuch (1880) che gli attirarono la critica di H. Zimmer, Die altirische Heldensage Táin bó cúalnge mit Übersetzung (1905), il capitolo sul celtico nel Grundriss der roman. Philologie.

Ma la sua attività venne sempre più accentrandosi sull'indianistica; nel 1870-71 aveva lavorato in Inghilterra al Catalogue of the Sanskrit Manuscr. in the Library of the India Office (1894), in cui è sua la descrizione dei testi filosofici; nel 1881 apparve l'importante Über den griech. Einfluss im indischen Drama; nel 1883 il W. pubblicò Zwölf Hymnen des Rigveda mit Sāyaṇas Kommentar, avviando la riabilitazione dell'esegesi vedica indigena. Si volse indi al buddhismo pubblicando l'Itivuttaka (1889) e con alcune monografie: Mara und Buddha (1895), Buddhas Geburt und die Lehre der Seelenwanderung (1908), Die Komposition des Mahāvastu (1909). Astraendo da minori contributi, resta da nominare la sua fondamentale Geschichte der Sanskrit-Philologie und indischen Altertumskunde (voll. 2, 1917 e 1920; del vol. III il W. scrisse solo un capitolo, pubbl. nelle Abhandl. f. d. Kunde d. Morgenl., XV, 111, 1921).

Bibl.: Oltre al necrologio di J. Hertel nei Ber. d. Sächs. Ak. Wiss., LXXIII (1921), cfr. H. Örtel e R. Thurneysen, Zum goldenen Doktorjubileum E. Windischs, in Indog. Jahrb., V, p. 304 segg., e le notizie fornite dal W. stesso nella Gesch. d. Sanskr.-Phil. u. ind. Altertumsk., II, p. 398 segg. Un elenco degli scritti fino al 1914 compilò E. Kuhn per la Festschr. für E. W. zu seinem 70. Geburtstag (1914).

Vedi anche
vèdico vèdico Varietà letteraria del sanscrito utilizzata nei testi sacri della religione vedica (→ Veda), le cui più antiche testimonianze sono rappresentate da raccolte di inni sacri (Rigveda, ca. 1500 a.C.). ottativo Modo che nel sistema verbale di alcune lingue ha la funzione di esprimere il desiderio e la possibilità. ● Nella famiglia linguistica indoeuropea l’ottativo, in età storica, appare conservato in indoiranico, in tocario e in greco, e in parte nel baltico, sotto la forma del permissivo, e in slavo, in ... indianistica Ramo dell’orientalismo, detto anche indologia, che studia la civiltà dell’India (lingue e letterature, religioni e filosofie, storia antica e medievale sino alla penetrazione europea). Sorta come disciplina autonoma in Inghilterra nella seconda metà del 18° sec., con W. Jones e H.T. Colebrooke, ebbe ... congiuntivo In grammatica, modo indicante la volontà, la possibilità, la proiezione nel futuro dell’azione pensata (quindi spesso usato a designare il futuro). Il suo impiego viene sovente a coincidere con quello dell’ottativo; ciò ha fatto sì che in latino e in germanico i due modi si siano fusi in uno e che nel ...
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