Erodoto
Storico greco (Alicarnasso tra 490 e 480-Atene 424 a.C. ca.). Fu esule a Samo, poi tornò in patria quando cadde la tirannide, e di lì si recò ad Atene, dove conobbe e ammirò Pericle e fu amico di Sofocle; da Atene si allontanò per prender parte alla fondazione della colonia panellenica di Turi (446 o 444) e per i suoi numerosi viaggi (a Samo, nel Ponto, in Tracia, in Macedonia, in Cirenaica, in Egitto e nell’impero persiano; questi due ultimi nel 448 ca.). È controverso se E. abbia visitato realmente tutti i Paesi descritti: forse completò i suoi appunti di viaggio con notizie desunte da fonti scritte. L’opera storica di E. fu divisa in nove libri dai grammatici alessandrini; tarda è la denominazione dei libri coi nomi delle nove Muse. Dopo il proemio sulle origini mitiche della lotta fra Asia ed Europa, il libro 1° contiene la storia dei lidi e dei persiani fino alla morte di Ciro, il 2° la storia dell’Egitto fino alla sottomissione di esso a Cambise, successore di Ciro. Il 3° narra la storia del regno di Cambise e poi di Dario fino alla sua spedizione scitica. Questa è compresa, con una digressione sugli sciti, nel 4°, che narra anche la spedizione del satrapo Ariande contro Cirene, con digressioni sulla storia di Cirene e della Libia. Il 5° narra la ribellione degli ioni fino alla morte di Aristagora con lunghe digressioni sulla storia di Sparta e Atene. Nel 6° sono narrate la sottomissione della Ionia e le imprese dei persiani contro la Grecia fino alla battaglia di Maratona. Il 7° comprende la spedizione di Serse fino alla battaglia delle Termopili. Nell’8° sono le battaglie dell’Artemisio e di Salamina fino al termine del primo anno della guerra, e nel 9° le battaglie di Platea e di Micale fino alla presa di Sesto. Per spiegare l’ampiezza e il numero delle digressioni nell’opera di E., alcuni hanno supposto che egli avesse composto delle trattazioni separate sui singoli popoli, poi fuse non troppo abilmente in un’opera continua. Altri invece ritengono che il motivo conduttore fosse una storia della Persia e dei vari popoli che furono in contatto con essa e che poi il piano dell’opera mutasse fino a trasformarsi in una storia della lotta tra greci e barbari, quando il successo delle parti già composte sulle guerre greco-persiane spinse l’autore a porre in particolare risalto queste lotte che occupano la metà circa dell’intera opera. Come fonti scritte E. cita in due soli luoghi Ecateo; ma riporta in parecchie occasioni informazioni orali. Per la battaglia di Salamina influirono certamente i persiani di Eschilo. Inoltre documenti epigrafici, epigrammi, oracoli furono certo usati da E., che in complesso attinse soprattutto alla tradizione orale. Di fronte alle tradizioni E., pur astenendosi da una critica esplicita, la esercita effettivamente nella selezione stessa di esse, talvolta solo in base a motivi esteriori e sentimentali.