ROHDE, Erwin
Filologo classico, nato ad Amburgo il 5 ottobre 1845, morto a Heidelberg l'11 gennaio 1898. Fu successivamente professore a Kiel (1872), Jena (1876), Tubinga (1878), Lipsia e Heidelberg (1886).
Discepolo di F. Ritschl, fu in relazione con lo Schopenhauer, del quale risentì l'influsso; ma ancora più fortemente subì quello dell'amico Nietzsche - amicizia di cui rimane interessante documento la corrispondenza - del quale difese l'opera sulle origini della tragedia (cfr. del R. Afterphilologie, Sendschreiben eines Philologen ain R. Wagner, Lipsia 1872). E questo senso dell'elemento "apollineo" e del "dionisiaco", reso più concreto dall'analisi filologica e dall'influsso che sul R. esercitò anche la teoria dell'animismo di F. B. Tylor, si manifesta nel libro che - più ancora che Der griechische Roman (1876; 3ª ed., a cura di W. Schmid, Lipsia 1914) o le Kleine Schriften (Tubinga 1901, voll. 2), pure assai notevoli - perpetua il suo nome e, se da una parte sembra riassumere certe tendenze della filologia del sec. XIX, dall'altra ha aperto la via a nuove ricerche: Psyche, Seelenkult und Uhisterblichkeitsglaube der Griechen (1890-94, voll. 2; 9ª e 10ª ed., Tubinga 1925; trad. it., Bari 1916).
Bibl.: O. Crusius, E. R., Tubinga 1902; C. Hölk, Erinnerungen an E. R., in Cimbria-Festschrift, Dortmund 1926, pp. 37-41.