ERZEGOVINA (XIV, p. 282)
La regione ha seguito in questi ultimi anni le vicende della Croazia, di cui è venuta a far parte (10 aprile 1941), quando è stata smembrata la Iugoslavia. La dominazione croata provocò eccidî in massa di ortodossi serbi. Le due zone più sconvolte furono quelle di Foča e Trebinje. Il bacino della Narenta fu uno dei teatri principali della lotta dei partigiani di Tito contro l'occupatore tedesco (la cosiddetta quarta offensiva). Con la fine della guerra la regione costituì, insieme alla Bosnia, una repubblica federale della Iugoslavia (v. bosnia-erzegovina, in questa App.) e gode quindi di una notevole autonomia. Capoluogo della regione è Mostar (21.537 ab. nel 1941), che fa da tramite tra la regione marittima, sulla quale l'Erzegovina si affaccia, e l'interno. Le ricchezze idriche della regione saranno sfruttate nel piano quinquennale per l'erezione di centrali idroelettriche, che daranno l'energia motrice alle ferrovie e a varie imprese industriali. L'opera principale del governo attuale consiste nell'attrezzare a scopi commerciali e militari il porto di Ploče, protetto dalla natura ma insidiato dalle paludi, e collegarlo con ferrovia a Mostar. La costruzione di questo porto, che già aveva attirato l'attenzione dell'Austria, era stata iniziata dall'Italia in seguito agli accordi con Pavelić. Vi si stanno eseguendo vaste e imponenti opere di prosciugamento.