ESANTEMA (dal gr. ἐξάνϑημα "efflorescenza"; lat. exanthēma)
Questo termine indica in generale ogni eruzione sulla cute (eritemi, papule, pustole, vescicole, petecchie, ecc.) e risale alle vecchie concezioni patogenetiche che interpretavano queste manifestazioni cutanee come l'effetto dell'eliminazione di prodotti patologici dall'organismo. Per contrapposto il termine enantema indica l'eruzione sopra la superficie delle mucose. Un gruppo di malattie infettive acute con manifestazioni esantematiche ricorre con straordinaria frequenza nell'infanzia, donde il nome di esantemi dell'infanzia che comprendono il morbillo, la scarlattina, la rosolia o rubeola, ai quali più recentemente sono state aggiunte la quarta malattia o rubeola scarlattinosa e la quinta malattia (v. eritema). Anche la varicella, il vaiolo e la vaioloide hanno tipiche manifestazioni eruttive. Molte altre malattie infettive (l'erisipela, l'erisipeloide, il tifo, il tifo esantematico, la sifilide, il dengue, il morbo di Brill, l'akamushi, il pian, ecc.), presentano nel loro decorso eruzioni esantematiche. Ma si possono avere esantemi anche indipendentemente da uno stato infettivo (v. anche eritema); così gli esantemi medicamentosi d'origine tossica, provocati da agenti chimici somministrati anche in dose medicamentosa in malati che hanno una particolare idiosincrasia per questi farmaci (trementina, copaive, olio di sandalo, chinino, antipirina, mercurio, ecc.) e gli esantemi da anafilassi (v.).
Negli animali gli esantemi possono essere: specifici, paraspecifici e sintomatici. Si dicono specifici quelli che si manifestano nel decorso di certe malattie infettive (mal rossino, vaiolo dei Mammiferi e degli Uccelli, afta epizootica, morbo coitale, esantema coitale, ectima contagioso), per una localizzazione diretta, primitiva o secondaria del germe specifico nei tessuti della pelle. Si dicono paraspecifici invece quegli esantemi sostenuti da microrganismi insediati nella pelle, o da tossine microbiche circolanti. Essi si verificano nel decorso delle più svariate malattie non infettive e anche infettive. In questo caso, però, si tratta sempre dell'azione svolta non dal germe causale, ma da germi d'associazione, come avviene per es. nel decorso del cimurro del cane, della peste e della setticemia dei suini, della pleuro-polmonite contagiosa e dell'influenza del cavallo (tifo petecchiale), ecc. L'ultimo gruppo di esantemi è chiamato sintomatico o da alimenti, perché suole conseguire all'alimentazione abbondante e protratta di certe sostanze alimentari, come borlande, tuberi e foglie di patate, residui della lavorazione delle patate stesse. S'è visto l'insorgenza di esantemi in seguito alla somministrazione di malto, melassa, farina di sesamo, ecc.
Altre sostanze vegetali ingerite, invece, per manifestare la loro azione dannosa richiedono l'intervento combinato dei raggi solari. Tale è il caso del grano saraceno. Si mostrano sensibili però solo gli animali con pelle totalmente depigmentata o in quei tratti di pelle priva di pigmento. Il fenomeno va sotto il nome di fagopirismo. Esso viene spiegato, secondo la teoria più accreditata, ammettendo l'esistenza nel grano saraceno d'una sostanza colorante capace di ledere, sotto l'azione della luce, i tessuti cutanei, là dove, essendo depigmentati, non possono ostacolare l'assorbimento dei raggi chimici. Viene egualmente spiegato dai più come fenomeno di fotosensibilità quello che s'osserva talora in seguito all'ingestione d'erba medica, di trifoglio, d'erba di S. Giovanni, perché esso pure s'istituisce sulla pelle depigmentata e sotto l'azione dei raggi solari. Più discussa è invece la causa diretta degli esantemi da patate. Le ipotesi tendenti ad ammettere l'azione dannosa di veleni vegetali (solanina), d'acidi grassi e olî rancidi, di microrganismi, o che vogliono far intravedere una causa anafilattica o avitaminica sono tutte discutibili.
Gli esantemi da patate sono caratterizzati da eruzioni vescicolari limitate alle parti inferiori degli arti, o diffuse in territorî più vasti nelle forme gravi. I sintomi cutanei sono sempre accompagnati da manifestazioni generali (febbre, disturbi digerenti, ecc.). Gli esantemi da fotosensibilità si presentano specialmente alla testa e collo; sono d'aspetto eritematoso nei casi benigni, vescicolare, erisipelatoso nei gravi, nei quali s'accompagnano quasi di regola sintomi cerebrali (inquietudine, convulsioni, abbattimento, ecc.) e inappetenza. Il prurito si manifesta sempre in forma intensa.
In tutte le dermatiti alimentari in generale basta la soppressione dell'alimento richiamato in causa, o il semplice riparo dai raggi solari (nel fagopirismo), per un rapido ritorno allo stato normale.