ESBOUS (ebraico Ḥeshbün; ῎Εσβους, ᾿Εσβούτα; Esebon)
Antica città della Palestina, sul luogo dell'attuale Ḥesbān, in Transgiordania.
Il luogo era già abitato in età preistorica, come dimostrano le costruzioni megalitiche e i dolmens dei dintorni. E. fu la capitale di Sihon, re degli Amorrei e a lui fu tolta dagli Israeliti. Appartenne allora alla tribù di Ruben e confinò con Gad (Num., xxi, 25; xxxii, 3; xxxvii); fu anche città levitica. Le sue peschiere erano celebrate (Cantico dei Cant., vii, 4). Dopo la vittoriosa rivolta di Mesha, re di Moab, contro Israele, E. fece parte del regno di Moab, tra le cui città è spesso menzionata dai profeti (Isaia, xv, 4; xvi, 8; Geremia, xlviii, 2; xxxiv, xxxv, ecc.). Fu conquistata da Alessandro lanneo (Antiq., xv, 254) e ceduta da Ircano II ai Nabatei; Erode la tolse a questi ultimi e stabilì sul luogo una colonia militare. Nel 106 d. C. E. fu annessa alla provincia Arabia. Vi sono testimonianze del culto di Giove di Heliopolis (Hadad) a E.; Eliogabalo dette alla città diritti municipali sotto il nome di Aurelia. Dal V sec. E. fu sede episcopale. Attualmente nella cittadina di Ḥesbān restano vaste rovine di età romana e bizantina, edifici con colonne, bacini per le acque, tombe. Vi sono state rinvenute ceramiche dalla prima Età del Ferro ai Nabatei, agli Arabi e monete da Caracalla ad Eliogabalo. Secondo alcuni studiosi vi sarebbero state trovate ceramiche anche più antiche.
Bibl.: I. Benzinger, in Pauly-Wissowa, VI, 1909, c. 613, s. v. Esbus; N. Glueck, Explorations in Eastern Palestine, I, in Annual of the Amer. Schools Orient. Research, XIV, 1934, p. 6.