ESCHINE di Sfetto
Filosofo, nato nel demo attico di Sfetto, scolaro di Socrate. Rimasto, dopo la morte del maestro, in difficili condizioni finanziarie, fu qualche tempo alla corte di Siracusa; poi, tornato ad Atene, visse esercitando e insegnando l'eloquenza. Ma non fondò, come i suoi condiscepoli, una scuola che avesse un particolare indirizzo filosofico: anche in ciò rimanendo strettamente devoto al maestro, la cui figura umana e intellettuale cercò di rappresentare il più fedelmente possibile in una serie di dialoghi, che rimasero per ciò famosi nell'antichità e provocarono persino l'insinuazione che egli li avesse rubati a Socrate.
Sette di questi (Milziade, Callia, Assioco, Aspasia, Alcibiade, Telauge, Rinone) erano considerati autentici dagli antichi; in altri, la minor fedeltà della rappresentazione di Socrate rendeva meno sicura la loro provenienza. Caratteristico il fatto che i titoli di tre di questi dialoghi (uno degli autentici, l'Assioco, e due degli altri, l'Erissia e il Della virtù) coincidono con quelli di tre dialoghi platonici spurî ma non si possono (come pur fecero, fino allo stesso Boeckh, alcuni vecchi editori) ascrivere senz'altro questi a E., perché il loro contenuto non quadra, sotto varî aspetti, con quello che dovevano avere i dialoghi di Eschine.
Bibl.: K. F. Hermann, De Aesch. Socratici reliquiis disputatio academica, Gottinga 1850; H. Dittmar, De Aspasia Aesch. Socratici dialogo, Friburgo in B. 1911; Aischines v. Sphettos, Berlino 1912 (fondamentale).