ESDRELON
. Pianura della Palestina, tra il Giordano e il Mediterraneo; forma un triangolo isoscele, con la base di 35 km. tra le pendici più meridionali del Carmelo e i fianchi dei monti di Samaria, e i lati di 25 km. puntanti alla base del Tabor. Solcata da tre valli e irrorata dai due fiumi Qishon (il biblico Cisson) e Muqaṭṭa‛, si presenta in tutta la sua bellezza, oltre che dalla terrazza della sovrastante Galilea, dall'alto dei due monti Nebi Dahi e Gelboe. Fu sempre teatro di aspre battaglie per la sua conformazione di pianura (Gios., XVII, 16; Giud., V, 5; I Macc., XII, 49): se ne toglie il versante del Giordano da cui strapiomba: in essa Barak vinse Sisara (Giud., IV, 7), Gedeone i Madianiti (Giud., VI, 33; VII, 22), il re Saul cadde nella battaglia contro i Filistei (I Sam., XXXI, 7), Acab vinse i Siri (II Re, XX, 26), Giosia fu sconfitto dal faraone Necao (II Re, XXIII, 29). Nei tempi moderni, Napoleone nel 1799 vi batté un esercito turco; nel 1918 l'esercito inglese mosse da Esdrelon verso Damasco.
Il nome arabo odierno è Marǵ Ibn al-Amīr; dal 1920 fiorisce per le premure del movimento sionista, che vi profonde capitali che hanno permesso irrigazione artificiale, e quindi popolazione abbondante. Nel 1927 Petach Zikvah contava 7000 ab., Riscion le Sion 2000; Zikron Jacob 1500; Rechoboth 2000, Chederah 1500, ecc.
Delle antiche località famose si trovano in questa pianura Megiddo (Gios., XII, 21; XVIII, 11; Giud., I, 27, 28, ecc.) detta poi da un presidio militare Legio (oggi el-Lēgiūn); Engannim oggi Genīm (Gios., XIX, 21; XXI, 29); Shunam (oggi Sōlam) patria della Sunamite Abisag (I Re, I, 1-4); Naim, ove Gesù risuscitò il figlio unico della vedova (Luca, VII, 11-17).
Bibl.: D. A. Schlatter, Zur topographie und Geschichte Palästinas, Stoccarda 1893, pp. 290-304; M. Legendre, Le pays biblique, Parigi 1928, pp. 47-54; A. M. Hyamson, Palestine Old and New, Londra 1928, pp. 35-48.