ESHNUNNA (elamitico Ashnunnak)
Antica città situata presso la riva sinistra della Diyala, affluente orientale del Tigri; corrisponde all'odierna Tell Asmar, 50 miglia a N-E di Bagdad.
Quantunque il nome di alcuni sovrani della città (Kirikiri, Bilalama) non siano né sumerici né semitici, E. presenta nell'epoca più antica una forte percentuale di popolazione semitica. La città raggiunge una particolare importanza nel periodo della III dinastia di Ur (circa 2150-1950 a. C.) e in quello immediatamente successivo; inizialmente indipendente, è poi soggetta alla sovranità di Ur e partecipa attivamente alle vicende politiche che posero fine alla rinascita sumerica e portarono all'affermazione dell'impero babilonese. Più tardi è saccheggiata dagli Elamiti, come dimostrano le statue, provenienti da E., che sono state ritrovate a Susa.
La località di Tell Asmar è stata scavata in sei campagne, dal 1930 al 1936, da una missione dell'Oriental Institute di Chicago diretta da H. Frankfort; il risultato degli scavi è stato particolarmente importante per la conoscenza dell'architettura e della scultura a tutto tondo della fine del III millennio a. C.
Mentre il tempio principale della città, l'Esikil ("tempio puro"), dedicato originariamente al dio Ninazu e poi a Tishpak (divinità ctonica che Th. Jacobsen ha identificato con Teshup), non è stato ritrovato, gli scavi hanno riportato alla luce un altro tempio, le cui origini risalgono all'inizio del III millennio a. C. e che fu restaurato 12 volte. Nel periodo della III dinastia di Ur, il tempio era dedicato a Shu-Sin (nome letto precedentemente Gimil-Sin), re di Ur divinizzato; esso presentava le caratteristiche abituali dei templi della fine del III millennio: pianta quadrata, vani disposti intorno ad un cortile centrale contenente l'altare, cella sul fondo, di fronte all'entrata principale, esterno decorato a sporgenze e rientranze. Dopo la morte del successore di Shu-Sin, il tempio, che sorgeva sul fianco del palazzo dei governatori, fu incorporato a questo. Il palazzo dei governatori (ensí) locali comunicava direttamente col tempio, mediante una porta aperta su un lato secondario di quest'ultimo; esso era costruito secondo il solito schema dei vani intorno al cortile centrale, ma conteneva anche una cappella che ripeteva, con qualche variante nella pianta, il tempio di Shu-Sin. Tra gli altri templi ritrovati, va menzionato quello dedicato al dio Abu (ma la lettura di questo nome è incerta); la pianta più antica (inizio del III millennio) è irregolarmente trapezoidale, con l'altare addossato ad un lato lungo, ma attraverso successive regolarizzazioni si giunge, alla fine del millennio, alla pianta quadrata. Notevoli anche le abitazioni private di questo periodo, per la mancanza del cortile centrale e per la presenza di piccole finestre difese da graticci (v. casa).
Sotto l'altare di un tempio sono state ritrovate una dozzina di statuette che presentano notevoli particolarità stilistiche: un'accentuata schematizzazione del corpo rivela una spiccata tendenza verso l'astrazione. Si tratta di oggetti votivi, nei quali si ripete lo schema iconografico del fedele in atto di preghiera con le mani al petto; l'ipotesi del Frankfort, che vede in alcune di esse l'immagine della divinità (statuette cultuali) appare perciò piuttosto inverosimile.
Bibl.: H. Frankfort, Th. Jacobsen, C. Preusser, Tell smar and Khafaje, Chicago 1932, pp. 1-59; H. Frankfort, Tell Asmar, Khafaje and Khorsabad, Chicago 1933, pp. 1-57; id., Iraq Excavations of the Oriental Institute 1932-1933, Chicago 1934, pp. 1-62; Th. Jacobsen, Philological Notes on Eshnunna and its Inscriptions, Chicago 1934; H. Frankfort - Th. Jacobsen, Oriental Institute Discoveries in Iraq 1933-34; Chicago 1935, pp. 1-31; H. Frankfort, Progress of the Work of the Oriental Institute in Iraq 1934-35, Chicago 1936; pp. 1-73; id., Sculpture of the Third Millennium B. C. from Tell Asmar and Khafajah, Chicago 1939; H. Frankfort, S. Lloyd, Th. Jacobsen, The Gimilsin Temple and the Palace of the Rulers at Tell Asmar, Chicago 1940; P. Delougaz - S. Lloyd, Pre-Sargonid Temples in the Diyala Region, Chicago 1942; H. Frankfort, More Sculpture from the Diyala Region, Chicago 1943; A. Parrot, Archéologie mésopotamienne, I, Parigi 1946, pp. 372-377; P. Delougaz, Pottery from the Diyala Region, Chicago 1952; H. Frankfort, Stratified Cylinder Seals from the Diyala Region, Chicago 1955.