ESISTENZA (fr. existence; sp. existencia; ted. Existenz, Dasein; ingl. existence)
In senso generale, è lo stato di ogni realtà in quanto è tale; in senso specifico, è lo stato della realtà che può essere oggetto di un'esperienza sensibile. "Esistenza" si distingue con ciò tipicamente da "essenza": quest'ultima è realtà concettuale, ideale, che può quindi essere attinta solo dal pensiero, mentre l'esistenza aggiunge al tessuto concettuale dell'essenza un quid, onde essa prende posto nel mondo delle cose direttamente sperimentabili. All'essenza degli universali si contrappone cosi l'esistenza dei particolari: salvo una relazione di dipendenza della seconda dalla prima, quale fu ammessa p. es. dal realismo medievale, per cui a maggiore universalità corrispondeva più alto grado di esistenza, e l'universale assoluto, Dio, era insieme l'ens realissimum. Più nettamente, S. Anselmo considerò l'esistenza come implicita nell'essenza soltanto nell'ens quo nihil maius cogitari potest, traendone la prova ontologica dell'esistenza di Dio; e fu seguito dallo Spinoza, che argomentò analogamente nei riguardi della sua assoluta Sostanza. Dissoltosi invece, nell'empirismo inglese, il concetto di realtà oggettiva, fu coinvolto in tale dissoluzione anche quello di esistenza; mentre il Kant insisté sul fatto che l'esistenza non aggiungeva nulla alla contestura concettuale di un oggetto (i cento talleri reali non contenevano nulla di più dei cento talleri possibili), indicando soltanto la sua posizione come reale. L'esistenza (Dasein: "esserci", o "essere determinato") tornò invece ad esser concreto momento ideale nel sistema hegeliano, come quarta categoria della logica, seguente all'essere, al non essere e al divenire.