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ESOPO

di L. Laurenzi - Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)
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ESOPO (Αἴσοπος, Aesopus)

L. Laurenzi

La biografia del grande favolista greco è messa in relazione con Creso e con i Sette Sapienti; egli sarebbe perito tragicamente a Delfi nel 564 a. C. È possibile che sia stato uno schiavo frigio, come vuole la tradizione.

La notizia della sua gibbosità è tarda e difatti in una tazza dei Musei Vaticani questa infelicità fisica non appare; si tratta di una caricatura d'uomo barbuto con una grossa testa semicalva e con un corpo striminzito avvolto nel mantello. Il riconoscimento è permesso dalla presenza della volpe raffigurata come animale parlante (v. caricatura, vol. 11, fig. 494).

Un epigramma dell'Antologia Planudea (ed. Dübn., ii, Append., xvi, 332) elogia Lisippo come autore di una statua di E.; Taziano (Contra Graec., 55) parla di una sua immagine, opera di Aristodemos. Fedro (Epil., ii, 1) narra di una statua di E. eretta dagli Ateniesi. Non è improbabile che fosse quella di Lisippo. La bella e nota immagine di Villa Albani dove su un corpo deforme di nano, con una grossa gobba anteriore è una testa dall'espressione ispirata, adorna da chioma e barba ampie e ricciute, viene da molti identificata come quella di E., ma il riconoscimento non è sicuro. L'opera sembra una creazione romana di età antoniniana, non la replica di un ritratto greco; come tale potrebbe rappresentare una persona di quel tempo, forse un nano della corte imperiale. La prova che fosse il ritratto di un personaggio celebre potrebbe essere stata data da una statuetta, rappresentante un filosofo o un letterato, già in possesso di Pirro Ligorio, e dall'immagine di una lucernetta, dove la somiglianza con la statua di Villa Albani è più chiara che nella statuetta; ma la lucerna è probabilmente falsa e nella statuetta la testa potrebbe non essere pertinente. Ad ogni modo non si può mettere in relazione il ritratto di Villa Albani con l'immagine di Lisippo, il quale doveva essere un ritratto di ricostruzione espresso con sobrio realismo, come quello del Socrate lisippeo, mentre in quello di Villa Albani è palese la ricerca dell'effetto illusionistico proprio dell'età antoniniana. Esiste una Vita di Esopo del x-xi sec. nella Morgan Library (M. 397) con illustrazioni, ma non vi sono elementi iconografici antichi (v. codice).

Bibl.: J. J. Bernoulli, Griechische Ikonographie, I, Monaco 1901, p. 54 ss.; K. Schefold, Die Bildnisse der antiken Dichter, Basilea 1943, pp. 17, 57, n. 4, 194; per la tazza del Vaticano, v. J. D. Beazley, Red-fig., in Am. Mus., p. 281, 5, con l'attribuzione al Pittore di Bologna 417; A. Goldschmidt, An Early Ms. of the Aesop Fables of Avianus, Princeton 1947 (il ms. Morgan 397 è stato identificato col disperso Cryptoferratensis A 33).

Vocabolario
eṡòpico
esopico eṡòpico (meno com. eṡopiano, eṡopèo) agg. (pl. m. -ci). – Di Esòpo, antico favolista greco, di origine frigia, vissuto come schiavo a Samo nel 6° sec. a. C.: favole esopiche, serie di brevi favole attribuite a Esopo (o composte...
hic Rhodus, hic salta
hic Rhodus, hic salta 〈ik ròdus ik sàlta〉 (lat. «qui siamo a Rodi, e qui salta»). – Traduzione latina della frase greca (ἰδοὺ ἡ ῾Ρόδος, ἰδοὺ καὶ τὸ πήδημα) che in una favola di Esopo viene rivolta a un millantatore il quale si vantava d’aver...
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