esposizione (sposizione)
Ricorre soltanto nel Convivio, oltre che nelle opere latine, nel senso di " spiegazione, illustrazione ordinata e ragionata di un testo " (cfr. il latino classico e medievale expositio).
In Cv I, a e. è alternato comento (cfr. I III 2 lo mio scritto, che quasi comento dir si può, e passim), che denota, però, una forma di esegesi più ampia, ad es. le digressioni filosofiche (sui cieli, sull'immortalità dell'anima, ecc.) che accompagnano la spiegazione delle canzoni; l'e. vera e propria si limita, invece, a spiegare puntualmente le ‛ ragioni ' del testo: sia la ‛ sentenza ' letterale (o litterale istoria, I I 18; o lettera de le parole fittizie, sì come sono le favole de li poeti, II I 3), sia la vera sentenza... nascosa sotto figura d'allegoria (I II 17), nel qual caso si ha l'e. allegorica e vera (II XII 1).
L'e. del senso letterale deve tuttavia ‛ andare innanzi ' a quella del senso allegorico, che D. suddivide, parallelamente ai modi dell'esegesi biblica, in allegorico, morale, anagogico. Ma anche quando l'allegoria sia assente, come in Le dolci rime, si dovrà aprire e ragionare la sentenza secondo la lettera (IV I 11), ossia spiegare, oltre al significato, l'ordine dei concetti e dello svolgimento del discorso, risalendo dalla suggestione ‛ sensibile ' della bellezza (retorica e musicale) del testo all'intimo valore razionale e conoscitivo in cui consiste la sua bontade (II XI 4-9).
Si confronti, a questo proposito, Vincenzo di Beauvais (Speculum doctrinale I XXV): " expositio tria continet, scilicet literam, id est constructionem; sensum, id est apertam significationem; sententiam, id est profundiorem intelligentiam ".
Fondamento dell'e. letterale sono le ‛ divisioni ', che definiscono l'ordinata trama del discorso e del pensiero, e anche l' ‛ ordine ' del sermone ', cioè la sua struttura sintattica e retorica. In Ep XIII 17, infatti, D. afferma che expositio litterae nichil aliud est quam formae operis manifestatio, e in tal senso suddivide il Paradiso in " prologus " e " pars executiva "; in maniera analoga procede alla divisione di Le dolci rime in Cv IV II 1. L'e. letterale comprende, infine, la spiegazione e giustificazione delle metafore (Cv III IX 4) e anche la razo o indicazione dell'occasione e dell'ispirazione del componimento.
L'e. deve dunque togliere ogni oscurità al testo e renderlo intellettualmente fruibile, mettendone in luce i vari strati e la polisemia. In tal senso, quella delle canzoni del Convivio è definita una luce atta a manifestare ogni colore di loro sentenza (I I 15).
Il termine ricorre ancora in Cv I I 18, II 1, II VI 10, XII 1 e 10, XV 2 (Due Volte), 6 e 12, III X 10, XII 1 e 5, XIV 1, XV 19, IV I 3, 9 e 11, II 1. Cfr. DISPOSIZIONE.