ESPRESSIONE (dal lat. expressio; ted. Ausdruck)
Genericamente, è il modo di comunicare agli altri ciò che si sente, si pensa o si vuole. Sono mezzi di espressione la parola, il gesto, il suono, la linea, la forma, il colore. L'espressione, in arte, è il linguaggio stesso dell'artista, secondo la dottrina particolarmente elaborata da B. Croce, nella cui estetica il concetto di espressione è identificato con quello d'intuizione artistica e perciò anche con quello di linguaggio (considerato nella sua ideale natura originaria, puramente espressiva e non ancora schematizzata per fini pratici). Una teoria generale delle forme spirituali di espressione ha elaborato anche (per non citare che il più notevole) E. Cassirer nella sua Philosophie der symbolischen Formen (voll. 2, 1923-25).
Ma per espressione s'intende anche, in senso più particolare ed empirico, il valore espressivo che in astratto si può considerare proprio di singole forme di significazione, a seconda della loro natura. I mezzi espressivi di cui si vale l'artista hanno già per loro stessi, indipendentemente da ciò che sono chiamati a rappresentare, un loro potere di espressione, vago tuttavia, e atto a suscitare stati d'animo più che sensazioni determinate. Si pensi, per esempio, al valore onomatopeico delle parole; alle diverse ripercussioni che hanno su di noi i suoni puri, acuti e gravi; alla solennità che inspirano le linee verticali, alla calma delle orizzontali; al senso tragico suscitato dall'accordo del rosso col nero, ecc. Non è qui il caso d'indagare le ragioni di tale potere; talune son da ricercarsi nel campo della fisiologia, altre derivano da associazioni d'idee o di sensazioni. Basta all'artista conoscere queste possibilità astratte per poterle volgere e sfruttare ai suoi fini in armonia con l'oggetto della ricerca espressiva.
Una classe particolarmente interessante di tali forme espressive è quella che la tecnica delle arti figurative studia indagando quali variazioni esteriori nella persona umana siano determinate dai diversi stati d'animo. Questi si rivelano ai nostri occhi per mezzo di apparenze e modificazioni delle forme e dei colori, riproducendo le quali si riesce a rappresentarli. L'espressione non va ricercata solo sulla faccia, ma nell'atteggiamento di tutto il corpo e specialmente delle mani. Inoltre la relazione fra l'uomo interno, morale, e l'uomo esterno, fisico, è così stretta, che ciò che costituisce il primo si traduce, nel secondo, anche all'infuori di ogni occasionale e straordinaria attività psichica, in segni più o meno evidenti il cui studio, oggetto di una curiosa scienza, la fisiognomonica, è all'artista di innegabile aiuto, permettendogli di dare alle creature della sua fantasia la maggior verosimiglianza e vitalità, e facilitandogli efficacemente, nel ritratto, la ricerca di quel che si chiama carattere. In questo senso s'intende per carattere l'espressione tipica abituale di una persona, resa con quel massimo d'intensità consentito dai limiti dell'espressione stessa. L'intuito e lo spirito di osservazione dell'artista hanno grandissima importanza in tale ricerca, occorrendo individuare e localizzare, dal complesso delle particolarità formali, quegli elementi che hanno importanza decisiva e dominame, esprimendoli a preferenza degli altri, e per così dire sottolineandoli, oltre ad accrescerne il valore e il risalto con una ambientazione opportuna e accorta. La ricerca dell'intensità nell'espressione, trova un limite nelle finalità superiori e complesse dell'opera, e deve essere contenuta e armonizzata con altri fattori ugualmente importanti. Oltrepassando certi limiti, l'espressione dà nella caricatura, che è, per così dire, l'esasperazione del carattere in senso comico o grottesco. Presa come finalità assoluta dell'opera, violentando il vero fisico, diviene una tendenza dell'arte moderna, l'espressionismo (v.).
L'aiuto che la scienza ha dato all'arte con lo studio dell'espressione è considerevole, né può essere svalutato dalla considerazione che in un campo in cui il rigore dell'osservazione è estremamente difficile, l'intuito dell'artista ha praticamente più conclusiva importanza. Fra coloro che studiarono la rappresentazione dei sentimenti, sono da ricordare nell'antichità Aristotele, nel Rinascimeuto l'Alberti e soprattutto Leonardo. Studî veri cominciarono nell'epoca moderna con le acute osservazioni di J. K. Lavater; con i geniali esperimenti di S.-A.-B. Duchenne che riuscì a riprodurre le più varie espressioni contraendo elettricamente i muscoli facciali di un vecchio; con le indagini di Ch. Bell sui fanciulli, i selvaggi, gli alienati; coi poderosi lavori del Darwin; con l'opera di T. Piderit, che riassunse ad uso degli artisti le conoscenze in materia. Grandissimo aiuto offre agli studî scientifici sull'espressione il cinematografo, che permette di seguire, scomponendolo nelle sue varie fasi, lo svolgersi di ogni movimento espressivo.
Un rapidissimo sguardo alla storia dell'arte mostra che se particolari espressioni furono idealmente esaltate nei periodi iu cui l'arte più si creò dei canoni (arte egizia, arte greca del sec. V, arte bizantina), ebbe la massima varietà la rappresentazione della psiche ogniqualvolta la diretta osservazione del vero e il suo immediato rendimento non furono troppo contrastati da esigenze stilistiche, tradizionali, architettoniche (ritratto romano, arte italiana del Quattrocento; Rembrandt; Goya, ecc.).
Bibl.: C. Darwin, L'Espressione dei sentimenti nell'uomo e negli animali, trad. it., Torino 1890; J. K. Lavater, La Physiognomonie, ou l'art de connaître les hommes d'après les traits de leur physionomie, 1820; Ch. Bell, Anatomia e filosofia dell'espressione, 1844; G.-B. Duchenne, Mécanisme de la phisionomie humaine, Parigi 1862; L. A. Rosa, Espressione e mimica, Milano 1930.