ESPRESSIONISMO
. Il termine "espressionismo") sorse per designare quelle tendenze artistiche che sul finire del sec. XIX delinearono una reazione contro l'"impressionismo". L'opposizione infatti è già nei due termini, che indicano due modi opposti d'intendere la creazione artistica secondo che vi prevalga la subiettività dell'espressione o l'obiettività dell'impressione. Essi pertanto bene rispecchiano nell'arte il contrasto esistente fra il sec. XX idealista e lirico di fronte al XIX verista e scientifico.
Questo in linea generale. Ma nel fatto particolare (benché già nel 1901 il pittore J. A. Hervé così intitolasse una serie di suoi quadri al Salone degl'indipendenti) la parola "espressionismo", essendo stata usata soprattutto in Germania, ha finito col venire applicata essenzialmente alle più moderne tendenze della produzione pittorica e plastica tedesca dal 1900 in poi. Entro tali limiti, essa, pur non potendo servire a definire una vera e propria scuola "espressionista" come s'intende del caso cubista o futurista, serve a far capire il legame che esiste tra pittori come Emil Nolde, Ernst Kirchner, Erich Heckel, Franz Marc, Paul Klee, Max Beckmann, George Grosz, Carl Hofer, Oskar Kokoschka, Otto Dix, Max Pechstein, per dir solo dei principali rappresentanti dell'arte tedesca attuale: pittori diversi tra loro ma tutti in antitesi con il verismo impressionista dei loro predecessori Liebermann, Corinth, Slevogt, tutti alla ricerca di un'espressività irreale o surreale che dir si voglia, a costo delle più arbitrarie deformazioni del disegno e delle più esasperate esuberanze del colore. L'espressionismo tedesco, da generica tendenza di razza verso la ricerca di un superamento del reale nell'astrazione formale a intenti filosofici, ha trovato le sue concrete formazioni di gruppo nella Brüche, nel Blau Ritter, nella Secession di Berlino e in altre società cui diedero vita e adesione appunto i pittori su nominati. I quali corrispondono storicamente ed esteticamente agl'innovatori del medesimo tempo francesi o inglesi o italiani: da Paul Cézanne a Duncan Grant a Carlo Carrà. E con loro l'espressionismo va compiendo ormai la sua parabola che lascia dietro di sé un tormento di ricerche ove si sente l'eco dolorosa della grande guerra.
Anche nel campo letterario l'espressionismo fu in Germania lo sbocco finale di una crisi latente dal piincipio del '900 e che la guerra fece piecipitare. Esso rappresentò anche in letteratura un cosciente distacco dall'arte obiettiva, riproduttiva, dalla "visione passiva" e impassibile; durante la revisione di valori imposta dalla guerra il rivolgimento si venne chiarificando e trasse poi energie nuove dalla parentesi idealistica e dinamica della rivoluzione politica. Già nel 1916 Hermann Bahr lo poteva analizzare in un vasto saggio, in via d'attuazione. "Espressionismo - egli dice - è l'arte che vede con gli occhi dello spirito, cioè ritorno dell'uomo al suo io più intimo... predominio assoluto del sentimento come fattore etico e creativo". E Kasimir Edschmid, uno dei primi narratori definiti espressionisti e tra i primi critici dice: "La realtà deve esser creata da noi... non ci si deve accontentare del dato di fatto creduto e fissato: l'immagine del mondo deve esser rispecchiata nella sua purezza non deformata. Ma questa è soltanto dentro di noi... L'artista non vede ma guarda, non rappresenta ma vive, non riproduce ma plasma, non prende ma cerca... Ogni cosa acquista rapporto con l'eternità... Sparisce l'individuo; vi è la creatura la cui esistenza è regolata non dalla meschina legge della logica e della causalità, ma dalla grandiosa unità di misura del suo sentimento". L'espressionismo, per le analoghe esperienze delle arti figurative, si è trovato subito di fronte anche a una attività polemica e a problemi formali e linguistici, tanto che poté superficialmente apparire solo rivolta esteriore ed iconoclasta. Dal punto di vista etico fu (seguendo del resto il suo precursore, l'immoralista-moralista Wedekind) antiborghese, anticonvenzionale, antitradizionale, accompagnando spesso in forme esasperate la crisi univerpale dei nessi familiari e sociali. Non fu mai anarchico, anzi aspirò a dare voce ad una visione estatica e lirica della vita, ad un nuovo vasto senso di fraternità umana e di adorante religiosità. Di qui l'infinita varietà dei suoi atteggiamenti e delle sue realizzazioni. Gli stessi suoi primi campioni ebbero chiaro senso che si trattasse di un fenomeno necessario ma transitorio, il quale avrebbe peraltro lasciato notevoli tracce del suo passaggio nell'evoluzione letteraria modernissima della Germania, anzi di ogni paese. Fra gli scrittori che più decisamente furono detti, talvolta loro malgrado, espressionisti, si possono ricordare i drammaturghi Georg Kaiser, Ernst Barlach (lo scultore), Fritz von Unruh, R. J. Sorge, i narratori Alfred Doeblin, Leonhard Frank, Gottfried Benn, i lirici Georg Heym, Klabund, Franz Werfel, ecc.
Bibl.: E. Utitz, Die Grundlagen der jüngsten Kunstbewegung, Stoccarda 1913; P. Fechter, Der Expressionismus, Monaco 1914; H. Bahr, Expressionismus, Monaco 1916; Th. Deruber, Der neue Standpunkt, Dresda 1916; K. Edschmid, Über den Expressionismus in der Literatur, Berlino 1919; M. Deri, Naturalismus, Idealismus, Expressionismus, Lipsia 1919; W. Worringer, Künstlerische Zeitfragen, Monaco 1921; F. Landsberger, Impressionismus und Expressionismus, Lipsia 1922; W. Hansenstein, Über den Expressionismus in der Malerei, Berlino 1923; E. v. Sydow, Der deutsche Expressionismus. Kultur und Malerei, Berlino 1920; H. Hildebrandt, Über den Expressionismus in der Malerei, Stoccarda 1919; O. Pfister, Der psychologische und biologische Untergrund expressionistischer Bilder, Berna 1920; F. Roth, Nachexpressionismus, Lipsia 1925; K. H. Herke, Vom Expressionismus zur Schönheit, Wiesbaden 1923; E. Utitz, Die Überwindung des Expressionismus, Stoccarda 1927; A. Soerge, Dichtung und Dichter de Zeit, serie 2ª, Im Banne des Expressionismus, Lipsia 1925; K. Brösel, Veranschaulichung im Realismus, Impressionismus und Frühexpressionismus, Monaco 1928. Cfr. i volumi sulla letteratura contemporanea di A. Bartels, H. Naumann, F. von der Leyen, O. F. Walzel, W. Stammler, F. Wittscop, W. Mahrholz, L. Mazzucchetti (Il nuovo secolo della poesia tedesca, Bologna 1926). Interessanti i saggi di M. Deri, M. Dessoir, A. Kronacher, M. Martersteig, A. Schering, O. F. Walzel, nel volume Einführung in dei Kunst der Gegenwart, Lipsia 1919. Per l'espressionismo nel teatro v. J. Bab, Das Theater der Gegenwart, Lipsia 1928, Parte IV.