essaminare (esaminare)
Nel senso comune e generico di " prendere in esame ", " considerare attentamente ", " valutare ", il verbo è usato soltanto una volta nel Convivio, ove gli editori moderni preferiscono la forma con -s- scempia: III II 9 da lui [dall'amore] continui pensieri nasceano, miranti e esaminanti lo valore di questa donna che spiritualmente fatta era con la mia anima una cosa: cioè l'amore, inteso come unimento spirituale de l'anima e de la cosa amata (§ 3), suggeriva al suo intelletto continui pensieri di considerazione e di valutazione del valore di quella gentil donna.
In altri luoghi appare nel senso generico di " interrogare ", " domandare " (Pg III 56 E mentre ch'e' tenendo il viso basso / essaminava del cammin la mente / ... da man sinistra m'apparì una gente / d'anime...); di " sottoporre a interrogatorio ", " inquisire (per conoscere le colpe di chi è imputato) ", in If V 5 Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: / essamina le colpe ne l'intrata; di " valutare economicamente ", " calcolare ", in Cv IV XXVIII 12 E fa come lo buono mercatante, che... essamina lo suo procaccio. Con estensione semantica particolare della terminologia ecclesiastica, nel senso di " saggiare la consistenza della fede, l'ortodossia ", il verbo è usato in Pd XXIV 116 quel baron che sì di ramo in ramo, / essaminando, già tratto m'avea, con riferimento all'esame sulla fede cui D. viene sottoposto da s. Pietro nel cielo delle Stelle fisse.