essente
L'aggettivo è usato due volte nel Purgatorio, sempre in rima e sempre con valore participiale, vicino a quello dell'etimo latino exemptus. In VII 33 Quivi sto io coi pargoli innocenti / dai denti morsi de la morte avante / che fosser da l'umana colpa essenti, l'aggettivo è usato nel senso di " liberati per lo battesimo " (Buti): tutta la locuzione (e. vale " esentato ") sta quindi per " essere purgato, purificato dal peccato originale mediante il battesimo ". In XVI 132 or discerno perché dal retaggio / li figli di Levì furono essenti, la frase significa " furono privati d'eredità " (Buti).