ESSEX, Robert Devereux, conte di
Nato a Netherford (Hereford) nel 1567, decapitato a Londra il 25 febbraio 1601 (calendario inglese). Deve la sua notorietà all'essere stato il favorito di Elisabetta, regina d'Inghilterra. Nato di nobilissima famiglia, imparentato con la regina stessa, avendo come ava materna Letizia Knollys sorella di Anna Bolena (v.), per il secondo matrimonio di Letizia con il potente favorito di Elisabetta Roberto Dudley, conte di Leicester, ne diveniva abbiatico: titoli questi che davano al giovane libero accesso a corte. E sebbene l'eredità paterna fosse scarsa, il giovane non mancava di larghi appoggi. Compì i suoi studî al Trinity College di Cambridge. Spirito generoso e cavalleresco, il desiderio di avventure di guerra prese il sopravvento sulle inclinazioni letterarie: e a diciotto anni fu condotto dal Leicester a combattere nei Paesi Bassi. E. si segnalò a Zutphen, dove condusse brillantemente una carica di cavalieri, e Leicester lo nominò generale di cavalleria, grado che era, in sostanza, una lustra brillantissima buona ad attirare sull'E. l'attenzione della corte. La regina lo notò e lo fece segno di una appassionata protezione. La diversa età (Elisabetta aveva varcato i cinquantatré anni, quando egli non ne aveva diciotto) potrebbe giustificare l'ipotesi che in questo affetto della sovrana null'altro vi fosse che della tenerezza quasi materna, ma si rivela chiaramente la natura amorosa del legame nelle lettere dell'Essex.
La protezione della regina permise a E. di arricchirsi e di divenire potente, ma egli ambì mostrare il suo valore personale e giustificare altrimenti che non col solo merito di essere il favorito della sovrana, la potenza e il prestigio acquistati. Contro il volere della regina s'imbarcò per prendere parte a una spedizione a Cadice contro gli Spagnoli, dove si segnalò per il suo ardimento, ma ne fu richiamato con rimproveri. Con Elisabetta fu un alternarsi continuo di bizze e di perdoni, di ribellioni e di umiliazioni, perché ella, pur amandolo, non piegò mai alle richieste di E. quando egli volle troppo influire sulle cose dello stato. Il matrimonio di E. con la figlia di sir Francis Walsingham non interruppe i suoi rapporti con la regina che continuò a coprirlo di doni e di favori, fra l'altro chiamandolo a far parte del Consiglio privato della Corona. Ma E. aspirava a glorie militari, a comandi che Elisabetta non voleva concedere. Tuttavia nel 1600 E. ottenne il comando di una spedizione in Irlanda contro i ribelli cattolici comandati da Tyrone: la campagna mal condotta finì col richiamo di E.: egli comprese che il favore della regina era perduto. Ne incolpò gl'intrighi dei ministri e soprattutto di Cecil iuniore e di Bacone, e illuso sul favore popolare che sembrava averlo sempre circondato, ordì una ribellione di piazza, che finì miseramente con la cattura sua e dei suoi. Processato per alto tradimento, E. fu condannato a morte. Elisabetta, dopo cinque giorni di dure alternative, diede l'ordine della decapitazione. E. era amante delle lettere e scrittore egli stesso elegantissimo come si rileva dal suo ampio epistolario.
Bibl.: Tutta la bibliografia elisabettiana ha ricche notizie su E. e quindi si rimanda ad essa. Come fonti particolari ricordiamo: W. B. Devereux, Lives and letters of the Devereux, Londra 1853; J. Spedding, The letters and the life of Francis Bacon, Londra 1862; A. Collins, Sydney papers, Londra 1746; E. A. Abbot, Bacon and Essex, Londra 1877; Lytton Strachey, Elisabeth and Essex, Londra 1929 (ricostruzione romanzata delle relazioni tra l'Essex ed Elisabetta); E. Momigliano, Elisabetta, Milano 1931.