esto
1. Attestato 3 volte nella Vita Nuova (tutte in poesia: XXXI 10 27 esta vita noiosa, XII 12 16 este parole, III 12 12 d'esto core), 8 volte nel Convivio, di cui 7 al femminile singolare (2 volte in poesia: II Voi che 'ntendendo 25 faccia che li occhi d'esta donna miri, IV Le dolci rime 121 L'anima cui adorna esta bontate, ripresi in II XV 4 e IV XVI 2, XXIII 1), e una al maschile singolare (IV XXV 9 Oh quanti falli rifrena esto pudore!), 7 volte nelle Rime (3 volte esta: XLVIII 13, LXXI 2, LXXXIX 2; 1 volta este, XLVII 5; 3 esto, LXI 9, LXVII 39, CIII 41), l'aggettivo dimostrativo e. è leggermente più frequente nella Commedia (anche se non in tutti i casi la tradizione è concorde: v. 3.), con 35 occorrenze (13 nell'Inferno, 13 nel Purgatorio e 9 nel Paradiso), ripartite tra 11 ‛ esta ', 3 ‛ este ', 2 ‛ esti ' e 19 ‛ esto '. Una sola volta e. funge da pronome: Pg XXVIII 133 a tutti altri sapori esto è di sopra. Compare 5 volte nel Fiore, mai nel Detto.
2. Il significato di e. è ovvio, " questo "; non altrettanto è chiaro quale sfumatura espressiva vi sia implicita, ma che una ve ne sia fa sospettare la distribuzione di e. che, fra le attestazioni in prosa, è, nel Convivio, 4 volte attributo di vita (I V 9, II VIII 5, IV XXVIII 19 Per queste due cagioni si muove la nobile anima; e vuole partire d'esta vita sposa di Dio... Oh sventurati e male nati, che innanzi volete partirvi d'esta vita sotto lo titolo d'Ortensio che di Catone!, come in Vn XXXI 10 27 ove esta vita non soltanto è detta noiosa, ma non... degna di sì gentile cosa. In Rime LXVII 39 fuor d'esto mondo la caccia, e Fiore XXII 10 (cfr. Iacopo Mostacci Mostrar vor〈r>ia 31 " ca nulla gioi c'a esto mondo sia "; Cavalcanti Gli occhi di quella 22 " che om d'esto mondo l'ardisca mirare ") affiora un concetto affine al precedente (" mondo "/" vita "/" secolo ") e a quello di alcune attestazioni della Commedia (Pd XXVII 43 esto viver lieto, III 79 ad esto beato esse), sebbene più sovente nella Commedia e. sia attributo di loco (If I 93, XVI 28, Pg II 62, XXVIII 141; di luoghi, in If XVI 82: cfr. Pg II 96 esto passaggio, IV 94 esto sentiero, Fiore VI 4 esto giardino); lo è, inoltre, di gente (Pg XXIII 64; cfr. Cielo Rosa fresca 112 " esta bona ienti ") e di legno (If XIII 73, Pg XXXII 44); l'albero di Pier della Vigna, pieno di stecchi con tòsco come gli altri del settimo cerchio dell'Inferno (XIII 6), e la pianta della sommità del Purgatorio, dispogliata / di foglie e d'altra fronda in ciascun ramo, sono egualmente indicati dall'attributo e. (cfr. ancora If XIII 29 qualche fraschetta d'una d'este piante) che, per la sua snella forma colloquiale - forse affettiva - si riferisce con piglio vivace a luogo, oggetto o processo non soltanto immediatamente vicini a chi parla ma caratterizzatili anche con tono di biasimo, non assente, com'è noto, nel latino iste (cfr. If I 93 se vuo' campar d'esto loco selvaggio; XVI 82 se campi d'esti luoghi bui; XVI 28 esto loco sollo; VI 103 esti tormenti: ma cfr. la variante questi; II 93 fiamma d'esto 'ncendio; XIV 132 l'altro [fiume]... si fa d'esta piova; XVII 38 esto giron, XXIII 132 esto fondo, Pg VI 94 esta fiera, Pd VI 106 esto Carlo novello, XXIV 84; Fiore CXXXIII 6 esto peccato, CXLIII 2, LIV 6 tra'mi / d'esti pensier [d'amore] che m'hanno sì gravato: e cfr. Cielo Rosa fresca 3 " trageme d'este focora "). All'indicazione soltanto di una vicinanza locale e temporale insieme si riferiscono, invece, le attestazioni di Cv IV XXX 3, ove e. è attributo della canzone il cui nome è Contra-li-erranti, e che al § 1 era stata indicata come questa canzone: alla ripresa, una sorta di avvicinamento logico, si accompagna l'uso di esta (cfr. If XXVIII 62 esta parola, Pg III 144 esto divieto, X 43 esta favella e 95 esto visibile parlare; Pd XXV 97 este parole). Al polo espressivo opposto si collocano, infine, gli usi elogiativi di e., attributo del core, della donna, della bontate e del pudore nei passi della Vita Nuova e del Convivio (per cui v. 1.) e, nel Paradiso, del beato esse (III 79; ma v. 3.), del pianeto (II 76), della stella (IX 33), della rosa dei beati (XXXII 120), oltre che dell'archimandrita ispirato da santa voglia (XI 99) e, forse, delle due chiavi dell'angel di Dio, in Pg IX 121.
3. Le attestazioni di e. nella Commedia sono meno dubbie dal punto di vista della tradizione del testo quando e. è preceduto da ‛ d ' (5 volte su 11 per ‛ esta ', 3 su 3 per ‛ este ', 1 su 2 per ‛ esti ', 11 su 19 per ‛ esto '). Anche in Dante da Maiano, ad es., in 2 casi su 5 e. è preceduto da ‛ d '. Tra le varianti più significative si ricordino quelle di If I 5 esta selva selvaggia e aspra e forte: il contesto si associa alle ragioni puramente filologiche per far preferire e. a questa, quella, varianti pur tramandate; in If IX 93 ond'esta oltracotanza in voi s'alletta, la struttura fonica (-d + esta) fa preferire all'ancor più colloquiale sta il pur efficace esta, sulla cui prima sillaba si posa l'accento ritmico del verso; in Pd III 79 ad esto beato esse, la variante a questo sostituì quella ad esso per evitare l'allitterazione esso - esse (Petrocchi, ad l.).