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ESTREMADURA

di Giuseppe CARACI - Giuseppe ROSSO - * - Enciclopedia Italiana (1932)
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ESTREMADURA (sp. e portog. Extremadura; A. T., 39-40)

Giuseppe CARACI
Giuseppe ROSSO
*

Regione situata nella zona sud-ovest della Penisola Iberica e la cui genesi ci riporta alla zona di frontiera fra Spagna e Portogallo lungo il Duero (extrema Duri). Il nome fu applicato in origine al territorio castigliano sul medio corso del Duero fra Aranda e Astorga, ma si venne a poco a poco spostando con il progredire della reconquista fino a toccare a sud i limiti dell'Andalusia e a perdere poi ogni contatto con la regione in cui era nato. Oggi il nome di Estremadura è dato a due regioni della Spagna e del Portogallo: la prima corrispondente alle provincie di Badajoz e di Cáceres, la seconda ai distretti di Leiria, Santarem e Lisbona.

L'Estremadura spagnola. - Sul finire del secolo XVIII l'Estremadura spagnola costituiva una intendencia, comprendente le attuali provincie di Cáceres e Badajoz, che occupano insieme circa 42 mila kmq. e hanno poco più di un milione di abitanti. Più che storico, il toponimo ha oggi valore amministrativo; geologicamente e morfologicamente, infatti, non corrisponde ad alcuna individualità, ma rientra nel territorio della meseta, di cui ripete i caratteri. A N. e a S. lo limitano i sollevamenti del sistema centrale e della Sierra Morena, fra mezzo ai quali s'interpone, quasi a ugual distanza dall'uno e dall'altro, una serie di rilievi (Sierra de Guadalupe, S. de Montánchez, S. de S. Pedro) che continuano, degradando verso O., i Monti di Toledo. Le due grandi docce che ne risultano formano le medie valli del Tago e della Guadiana, i cui corsi servono in parte di frontiera con il Portogallo. La morfologia del paese varia in complesso meno di quanto farebbe credere il dislivello fra i punti estremi (da oltre 2000 m. nell'angolo di NE. a Badajoz che è appena a 183 m. s. m.); tuttavia il contrasto è sensibile fra le zone marginali a topografia localmente piuttosto aspra, e le larghe superficie denudate che corrispondono agli avanzi del massiccio erciniano compreso tra i due fiumi maggiori.

Il clima, nettamente continentale, ricorda anch'esso le condizioni della vicina meseta: le temperature raggiungono massimi tra i più elevati della penisola (Badajoz, 47°), e si accompagnano con un regime pluviometrico caratterizzato da scarsezza di precipitazioni (in media intorno ai 400 mm. l'anno) e lunga siccità estiva. La maggior parte dei corsi d'acqua locali rimane perciò all'asciutto in questa stagione.

Il terreno ha grandi risorse minerarie (anche idriche) e si presta bene all'agricoltura, ma poiché questa è possibile o conveniente solo per zone piuttosto ristrette, i prodotti si limitano quasi esclusivamente all'olio, al vino e ai cereali. L'olivo è diffuso dappertutto e rappresenta la pianta caratteristica del paesaggio, che perciò ricorda in complesso quello mediterraneo. Grano e segale sono coltivate nelle zone basse, specie lungo la Guadiana, dove sono terreni fra i più fertili della Spagna (Tierra de Barros). I distretti più elevati, in cui l'umidità è maggiore, consentono l'allevamento del bestiame, che vi ha infatti tradizioni lontane e alimenta le industrie casalinghe dei tessuti di lana. Ma lo sviluppo del paese è stato e continua a essere piuttosto lento, soprattutto per la difficoltà delle comunicazioni, che per estesi tratti del territorio (Las Villuercas, Las Hurdes) mancano quasi completamente.

La popolazione vive agglomerata in grossi centri rurali, che talora assumono ampiezza di vere cittadine (Plasencia, Trujillo, Almendralejo, Don Benito); per contro modestissimo vi è lo sviluppo dell'urbanesimo, mancandovi il fenomeno della grande industria. Badajoz, che è la città più popolosa, non tocca i 40 mila ab.; la densità si mantiene inferiore a quella dell'intera Spagna (25 ab. per kmq.) e per ampî tratti ha valori bassissimi.

L'Estremadura portoghese. - Comprende la regione confinante a N. con la Beira e il Douro, a E. e a S. con l'Alemtejo, a O. con l'Atlantico, e divisa in due parti distinte dal Tago. A N. del Tago s'innalzano, parallelamente al corso del fiume, rilievi miocenici, giurassici e cretacei: Serra do Aire, Serra de Candieiros, Serra de Monte Junto, Serra de Cintra; a S. del Tago si distende invece una pianura sabbiosa formata da alluvioni plioceniche e recenti, solcate dagli affluenti di sinistra del Tago, tra i quali il più notevole è il Sorraia, e nella parte meridionale dal Sado. Dalla regione montuosa a N. del Tago scendono all'Atlantico fiumi brevi; il più notevole è il Rio de Liz; anche gli affluenti di destra del Tago hanno breve corso, eccetto il Zézere, del quale però appartiene all'Estremadura solo il basso corso. La costa presenta due grandi insenature (l'estuario del Tago e la baia di Setúbal, nella quale sbocca il Sado), e molte sporgenze: capi Carvoeiro, da Roca, Espichel, ecc. Il clima dell'Estremadura risente dell'influenza dell'oceano ed è piuttosto mite: Lisbona, temperatura media 15°,6, massima estiva 37°,2 (agosto), minima invernale 2°8 (gennaio), pioggia mm. 747,8. La coltivazione è abbastanza estesa in questa regione: il distretto di Leiria occupa nel Portogallo il terzo posto per la percentuale delle terre coltivate: 71,7%. Sono diffusi gli olivi (il distretto di Santarem è il distretto del Portogallo più ricco di oliveti), e le viti; abbastanza estesi sono il bosco e la macchia (querce, sugheri, elci). Molto diffuso è l'allevamento degli asini e dei cavalli. Il commercio è quasi tutto concentrato nei due grandi centri di Lisbona e Setúbal. L'Estremadura conta, su una superficie di 17.972 kmq., una popolazione di 1.545.000 ab. (densità 86). Amministrativamente si suddivide nei seguenti distretti: Lisbona (7941 kmq., 934 mila ab., densità 118), Santarem (6619 kmq., 332 mila ab., densità 50), Leiria (3412 kmq., 279 mila ab., densità 82). Centri principali: Lisbona con 529.524 ab. (1925), sull'estuario del Tago; Setúbal (37.074 ab. nel 1920), nella baia omonima; Barreiro (10.904 ab.), Santarem (10.024 ab.), Torres Vedras (8413 ab.), Tomar (7993 ab.), Abrantes (7215 ab.); Cintra (7400 ab.); Sines (5613 ab.), Leiria (4929 ab.).

Vedi anche
Tago (sp. Tajo, port. Tejo) Fiume della Penisola Iberica (1008 km; bacino di 82.500 km2). Nasce alle pendici occidentali dei Montes Universales (Sistema Iberico) a 160 km a O della costa mediterranea e scorre prevalentemente verso OSO, per sboccare nell’Atlantico a Lisbona, dopo aver attraversato la Nuova ... Castiglia (sp. Castilla) Regione storica e geografica della Spagna centro-settentrionale; amministrativamente è suddivisa nelle comunità autonome di Castilla y León (➔), Castilla-La Mancha (➔) e Madrid (➔). Estesa su un vasto altopiano (Meseta), costituisce l’unità naturale più ampia e meglio definita della Penisola ... Lusitani (lat. Lusitani) Antica popolazione di stirpe iberica, abitante originariamente nella regione del Portogallo compresa tra i fiumi Tago e Duero. Nel 193 a.C. cominciarono l’espansione a sud, nell’Estremadura a spese dei Vettoni e nella valle della Guadiana a spese dei Celti, e iniziarono una serie di ... Penisola Iberica La più occidentale delle tre penisole dell’Europa meridionale, chiusa a NE dai Pirenei, che rappresentano un confine naturale molto deciso. Con una superficie di circa 590.000 km2, la Penisola I. supera di molto le penisole italiana e balcanica, da cui si distingue per la forma più massiccia, con distanze, ...
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Vocabolario
indomàbile
indomabile indomàbile agg. [dal lat. indomabĭlis, comp. di in-2 e domabĭlis «domabile»]. – Che non si lascia domare: un cavallo, una fiera i.; Batte il pian d’Estremadura Indomabile un destrier (Carrer); popolo fiero e indomabile. Frequente...
destrière
destriere destrière (o destrièro) s. m. [dal fr. e provenz. ant. destrier, der. del lat. dexter «destro1»], poet. – Cavallo da battaglia o da giostra dei guerrieri medievali, così detto perché lo scudiero lo conduceva con la destra; per...
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