ESTREMITÀ (XIV, p. 432)
I progressi della chirurgia e della ortopedia, l'uso dei sulfamidici e degli antibiotici hanno notevolmente diminuito la mortalità e il numero degl'invalidi permanenti a seguito di ferite alle estremità.
Una frattura esposta delle estremità rappresentava, fino a qualche anno fa, una porta aperta da cui potevano penetrare i microrganismi che ponevano in grave pericolo la vita; attualmente la pulizia chirurgica rigorosa, attuata nelle prime ore, l'uso della penicillina, l'immobilizzazione immediata, riescono a trasformare una frattura esposta in una frattura chiusa.
Anche nella tecnica delle amputazioni sono stati fatti progressi notevolissimi. Gli amputati delle due avambraccia, mediante la creazione di due dita artificiali, ottenute dividendo e ricoprendo con cute l'estremità del moncone (v. fig. 2), possono servirsi di questo come di due dita prensili, dotate del tatto e fornite di straordinaria forza. Con questo intervento il mutilato si rende indipendente dai famigliari per i bisogni della vita e viene posto in grado di compiere utili lavori per vivere (v. figg. 1 e 3).
Gli amputati delle due estremità inferiori, mediante il perfezionamento degli arti artificiali, riescono a camminare anche senza l'uso del bastone.
Progressi decisivi sono stati compiuti in tutti i campi (v. ortopedia, in questa App.) sia per quanto concerne la prevenzione delle deformità e delle malattie degli arti, sia per quanto riguarda la cura. Vi è da sperare che si trovi finalmente anche un mezzo specifico per curare tumori e tubercolosi ossea, le due malattie che, unitamente ai traumi ed alle cancrene da disturbo di circolo richiedono spesso il sacrificio dell'arto. Se per la tubercolosi può dirsi di essere già sulla buona via - anche per i notevoli progressi compiuti nelle cure elioterapiche marine e montane - non altrettanto si può ancora dire per la cura dei tumori. Un decisivo progresso nel trattamento delle malattie delle estremità è stato compiuto da quando si è compreso che non può essere riacquistata la funzione se prima non è ristabilita la forma anatomica e da quando, unitamente alla cura della malattia della parte, si è provveduto a quella dell'intero organismo