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ESTRIDI

di Athos Goidanich - Enciclopedia Italiana (1932)
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ESTRIDI (dal gr. οἶστρος "estro", lat. scient. Oestridae; ingl. Gadpies, Horse Bot Flies, Warble Flies; ted. Dasselfliegen, Biesfliegen, Bremen)

Athos Goidanich

Sotto questo nome si comprendono comunemente tre gruppi distinti di Insetti Ditteri: i Gasterflphilidae, appartenenti alla divisione dei Miodarî medî (Antomiarî), gli Oestrinae e gli Hypoderminae, che si classificano nei Miodarî superiori (Calitteri).

Le specie del genere Gasterophilus Leach. (Gastrophilus auct.) vivono parassite degli Equidi. Depongono le uova solo all'aperto, non nelle scuderie, volando, accollandole ai peli del muso o delle zampe o altrove, e provocando segni di terrore negli animali presi di mira. Le larve, che schiudono in un paio di settimane, vengono leccate ed ingoiate (G. intestinalis De Geer [= equi-Clark]) o inghiottite con l'acqua o col cibo (G. haemorrhoidalis L.); arrivate nello stomaco si fissano alla mucosa delle pareti di questo (solo il G. veterinus Clark [= nasalis L.] si trova quasi sempre nel duodeno), affondando la testa in piccole depressioni causate dalla loro presenza, determinando ulcerazioni, callosità, depressioni, con conseguenti disturbi funzionali e deperimento negli ospiti. Raggiunta, dopo una decina di mesi, la maturità, arrivano nel retto e da qui escono o vengono evacuate e vanno nel terreno, dove si trasformano in pupa e quindi, in 30 o 40 giorni, in insetto perfetto. Oltre alle specie già citate ricordiamo i G. pecorum F., G. inermis Brauer, ecc. Sono citati frequenti casi di attacco dell'uomo.

Le larve dell'Estro della pecora, Oestrus ovis L. (cosmopolita), nate da uova deposte tra il vello del capo o vicino alle narici degli Ovini, penetrano nelle cavità nasali, nei seni frontali, nell'etmoide, nei seni mascellari e talvolta fino nella faringe, laringe e trachea, provocando catarri, vertigini, meningiti e anche la morte dell'ospite. Sono state segnalate anche nell'uomo. Il Rhinoestrus purpureus Brauer provoca miasi cavitarie negli Equidi e, in Siberia, oculomiasi nell'uomo. Le larve del Cephalopsis titillator Clark sono parassiti specifici dei Camelidi, nei quali provocano gravi miasi cavitarie (seni frontali, cavità nasali, faringe).

Gli Hypoderma depongono le uova sul pelame dell'ospite, il quale, leccandosi, le ingoia; schiudono nel tubo digerente e le larve della prima età (stadio penetrante) traversano la mucosa e arrivano nel tessuto sottomucoso della parete esofagea. Nella seconda età (stadio migrante) restano nel tessuto sottomucoso dell'esofago, migrando quindi attraverso il tessuto adiposo lasso e arrivando in quello sottocutaneo della regione dorsale del corpo della vittima, e provocano la formazione di grossi tumori foruncolosi. Nella terza età restano localizzate in questi e perforano l'epidermide dell'ospite, mettendo a contatto con l'aria atmosferica le proprie aperture stigma tiche. Dopo circa tre mesi sono mature, forano la pelle e vanno a impuparsi nel terreno, dando onrine agli adulti dopo più di un mese. Secondo altri autori invece le larve neonate penetrerebbero nel corpo di rettamente attraverso l'epidermide, migrando poi e andando a localizzarsi sotto la pelle del dorso. I danni consistono nel deprezzamento del cuoio e nei disturbi generali, risentiti nella produzione del latte. Gli H. bovis L. e H. lineatum Vill. attaccano il bue; gli H. actaeon Brauer e H. diana Brauer il cervo. Sono stati segnalati anche nell'uomo. V. anche Ditteri, XIII, p. 54.

Tag
  • TESSUTO ADIPOSO
  • CAVITÀ NASALI
  • EPIDERMIDE
  • PARASSITE
  • VERTIGINI
Vocabolario
èstridi
estridi èstridi s. m. pl. [lat. scient. Oestridae, dal nome del genere Oestrus: v. estro]. – Famiglia di insetti ditteri con numerose specie parassite, tra le quali l’estro della pecora (Oestrus ovis) le cui larve, nate da uova deposte...
estridiòṡi
estridiosi estridiòṡi s. f. [der. di estridi, col suff. -osi]. – Malattia degli animali domestici (ovini, bovini, equini, camelidi) dovuta a infestazione di larve di estridi.
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