PROTOLITICA, ETÀ
. Col nome di età protolitica s'intende quella che ci ha lasciato i resti della più antica industria dell'uomo, limitata a rozzissime pietre: quindi non si potrebbe qui parlare di una forma di civiltà. Non si può però oggi più disconoscere che questi resti appaiono in terreni più antichi di quelli che, nella valle della Somma (Francia), contengono i famosi amigdaloidi di Chelles; tuttavia la posizione geologica di quei terreni, da cui dipende la valutazione cronologica dei resti litici e umani che includono, è estremamente difficile; soprattutto difficile è il raccordare le serie che si sono studiate in regioni lontane del globo. Per dare un'idea dell'impostazione del problema, che ha tanta importanza per lo studio delle origini dell'umanità, diremo che quei terreni appartengono alla prima fase dell'era quaternaria (Quaternario inferiore), quando si avevano le prime manifestazioni glaciali, con le quali possiamo ammettere, almeno per convenzione, che s'inizi l'era quaternaria.
Sulle coste inglesi, a Suffolk e a Norfolk, è stata ormai accertata una seriazione risultante di quattro membri.
1. Crag rosso di Suffolk e di Norfolk, nel quale la comparsa di un mollusco proprio dei mari nordici (Mya truncata) accenna alla prima ondata di freddo, corrispondente all'avanzarsi della glaciazione di Gunz nell'Europa centrale. In questi terreni si raccoglie un'industria umana fatta di schegge irregolari, sulla quale tuttavia è concorde il giudizio dei paletnologi più esperti. È una produzione che possiamo dire di carattere eolitico (industria foxalliana), ma che non ha le incertezze degli eoliti tanto discussi.
2. Crag di Norwich, con una grande fauna calda (Mastodon arvernensis; Elephas meridionalis; Hippopotamus maior) con caratteri arcaici.
3. Strati di Chilleford, che di nuovo contengono molluschi di mari freddi (Tellina baltica) e quindi corrispondono alla seconda grande glaciazione o glaciazione di Mindel.
4. Strati di Forest-bed, cioè strati di foreste, in cui si contengono resti di grandi elefanti, e un'industria umana che si disse cromeriana, la quale risulta di schegge abbastanza grandi, con ritocco scarso, e delle strane e discusse forme "rostro-carenate", tozze, massicce, che si prolungano in una specie di becco.
Corrisponde probabilmente a questa, l'industria che V. Commont chiamò pré-chelléenne, fatta di schegge silicee eteromorfe, ma sicuramente riconoscibili per il ritocco intenzionale che presentano. Egli la localizzò sulla seconda e sulla terza terrazza della Somma, dove era associata ad una grande fauna che presenta affinità plioceniche (Elephas trogontherii affine al meridionalis; Machairodus cultridens, spaventoso felino; Equus Stenonis; Rhinoceros etruscus). Nell'Alsazia, la facies del Burbachien, costituita da abbozzi di amigdaloidi, o meglio grossi ciottoli con poche scheggiature, che R. Forrer ha trovato insieme con denti di Equus Stenonis, è molto probabilmente da attribuirsi al Protolitico, mentre pare si debba ormai abbandonare lo Chalossien, con amigdaloidi triquetri, di limitato valore morfologico e di incerta stratigrafia, che si era creduto di riconoscere in Francia, in Siria, in Egitto.
Una scoperta di notevole importanza, riconosciuta dai dotti più autorevoli, è quella dell'industria detta ciu-ku-tenienne accompagnata da resti umani, di enorme interesse per i caratteri estremamente primitivi che essi presentano: quest'uomo fu ascritto al nuovo genere Sinanthropus. La recente scoperta è avvenuta nella collina di Chu-ku-t'ien a pochi chilometri a sud di Pechino, entro spaccature e grotte riempite di löss e di breccia, alla profondità di 50 m. Oltre alle pietre lavorate, rozzissime, si hanno anche ossa con tracce di lavoro; a diversi livelli si sono trovati i focolari. Questo essere umano così primitivo, il più primitivo finora noto, conosceva il modo di procacciarsi il fuoco. Non si riesce invece a comprendere perché si siano trovati soltanto i cranî. In base alla fauna trovata in luoghi prossimi, il deposito è ascritto al Quaternario inferiore. A questa epoca appartiene con molta probabilità la strana mandibola umana, senza mento, con branche diritte, dell'Homo heidelbergensis, da tempo trovata presso Heidelberg, a grande profondità nel löss quaternario, ma senza fauna accompagnante e senza industria.
Per l'Italia, è, forse, protolitico un deposito trovato presso Venosa in località Loretello, con fauna del Quaternario inferiore.
Si deve dire che il Protolitico non è più una semplice ipotesi, mentre evanescente è l'Eolitico terziario.
Bibl.: M. Boule, Les hommes fossiles, 2ª ed., Parigi 1923; H. Obermaier, El hombre fósil, Madrid 1925; J. Reid Moir, Further discoveries of humanly-fashioned flints in and beneath the Red Crag of Suffolk, in Proceed. of the Prehist. Soc. of East Anglia, III, 1920-21; H. F. Osborn, The pliocene man of Fox hall in East Anglia, in Natural History, XXI, New York 1921; H. Breuil, Les industries pliocenes de la region d'Ipswich, in Revue anthropol., XXXII (1922); L. Capitan e altri, Les silex d'Ipswich, in Revue anthropologique, XXXIII (1923); H. Breuil, Proceedings of the first intern. Congress of Prehistoric and protohistor. sciences, Londra 1932, p. 72.