ETELSTANO (o Atelstano) re del Wessex e di Mercia (895-940)
Nipote di Alfredo il Grande e figlio di Edoardo il Vecchio, ascese al trono nel 924, quando il regno di Wessex aveva affermato la sua egemonia fra il Tamigi e il Humber, in modo da non avere nemici da questa parte. Ed E. meditò di estendere i suoi dominî verso il nord, tanto che contro di lui si formò una potente lega, la cui anima era il vecchio Costantino, re di Scozia. Ma E., benché validamente secondato solo dal fratello Edmondo, riportò sui campi di Brunanburgh (937) una vittoria che segnò l'unione dell'Inghilterra sotto un solo scettro, e rese E. celebre tra i sovrani di Francia, Germania e Scandinavia. Il grande avvenimento fu celebrato da una ballata, poesia anonima, certo di persona colta, che ha cantato con epica intonazione l'entusiasmo popolare della vittoria. Dopo la vittoria militare E. attese a reprimere l'anarchia e l'ingiustizia, e, in virtù d'un suo editto, quelli che disturbassero la pace pubblica venivano banditi dal regno con mogli e figli, i loro averi confiscati, e, se tornassero, erano trattati come ladri. Ai suoi gerefan (magistrati) che non facessero osservare l'editto applicò la pena dell'ofehyrnesse (delitto di disprezzo dell'ordine del re).
Bibl.: Cambridge Mediev. History, III, Cambridge 1924, cap. 15°. Per la celebre ballata, cfr. F. Olivero, Traduzioni dalla poesia anglo-sassone, Bari 1915, pp. 161-165; T. Petriella, La poesia anglosassone, Salerno 1915, pp. 121-123; F. Viglione, Studio critico-filologico su l'Anglo-Saxon Chronicle, con saggi di traduz., Pavia 1922, pp. 105-108.