ETERIA (gr. ἑταιρία)
Il termine designa le associazioni di ἑταίροι, dirette a un fine comune, fosse esso sacrale o funeratico o, più spesso, politico. In quest'ultimo caso erano, generalmente, associazioni segrete, delle quali l'esempio più antico è dato nel tempo delle tirannidi (p. es. quella di Ermia in Atarneo, alla quale si riferisce l'iscrizione n. 122 della Sylloge del Dittenberger); divennero un'istituzione permanente in Atene, come strumento normale di opposizione nel sec. V, e si proseguirono nel IV, esercitando losche e segrete mene nei processi. Un posto a sé spetta alle eterie in Creta, ove costituiscono particolari divisioni della cittadinanza (dette anche ἀνδρεία), del tipo dei fidizî spartani, poiché i loro componenti prendono parte a pasti comuni: chi non apparteneva a una eteria (ἀπέταιρος) era fuori dalla cittadinanza (v. la grande iscrizione di Gortina, col. II, 5, 25, 41). Alla testa di ognuna di queste eterie stava un ἀρχός; un particolare giudice decideva delle controversie tra i loro membri, e ad esse lo stato devolveva in certi casi l'importo di multe giudiziarie. Non erano strette da un vincolo gentilizio, quale quello delle fratrie ateniesi del tempo storico. In origine libere associazioni irregolari e instabili, create per il soddisfacimento di bisogni cui lo stato primitivo non bastava, queste eterie cretesi furono poi riconosciute dallo stato e divennero, secondo alcuni, suddivisioni delle file.
Bibl.: W. Vischer, Die oligarchische Partei und die Hetairiai in Athen, in Kleine Schriften, Lipsia 1877, I, 157; P. Foucart, Hetairiai, in Daremberg e Saglio, Dict. des ant. gr. et rom., III, i; E. Ziebarth, Das griech. Vereinswesen, Lipsia 1896, p. 94; id., ‛Εταιρία, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, col. 1373 seg.; D. Comparetti, Le leggi di Gortina, in Monum. ant. dei Lincei, III, p. 160; F. Bücheler e E. Zitelmann, Das Recht von Gortyn, Francoforte s. M. 1885, p. 55; I. Kohler e E. Ziebarth, Das Stadtrecht von Gortyn, Gottinga 1912, p. 46; G. De Sanctis, 'Ατϑίς, 2ª ed., Torino 1912, p. 42 seg.; U. Kahrstedt, Griech. Staatsrecht, I, Gottinga 1922, p. 351 segg.; G. Busolt, Griech. Staatskunde, ed. H. Swoboda, Monaco 1926, p. 746 segg.
Alla fine del sec. XVIII ebbe risonanza l'Eteria, cioè la società segreta, di cui si può ritenere fondatore il patriota greco Costantino Rhigas. Il Rhigas si proponeva con essa di ridestare nei Greci il sentimento nazionale, e a Vienna, dove aveva preso dimora, s'aggrupparono a questo fine intorno a lui molti esuli suoi compatrioti. Quando (1798) il Rhigas fu violentemente soppresso, l'Eteria parve essa pure spegnersi. Sennonché le aspirazioni nazionali si erano fatta sempre più strada in Grecia, e nel 1814 l'Eteria si riaffacciò alla vita politica, ricostituendosi a Odessa per sottrarre la Grecia alla dominazione turca. All'Eteria, così rinnovata, erano ascritti specialmente giovani greci di famiglie ragguardevoli, i quali si proponevano di diffondere nei loro concittadini principî di educazione e d'istruzione, necessarî per la rigenerazione del loro paese. Nel 1818 l'Eteria era organizzata sotto una forma sempre più potente ed era diretta da Alessandro Ypsilanti, che tuttavia non si mostrò all'altezza del compito che si era assunto. Ritenendo che il governo russo lo avrebbe aiutato, iniziò la sollevazione della Moldavia con nuclei d'insorti, ai quali s'aggiunse un battaglione formato di affiliati all'Eteria, annunziando in un proclama essere giunto il momento di cacciare i Turchi dall'Europa. Non trovò favorevole la Russia, e dopo varie vicende riparò in Austria. Da allora l'Eteria non diede più segno di vita.