eterodirigere
(etero-dirigere), v. tr. Dirigere qualcuno o qualcosa dall’esterno, condizionandone il pensiero o il comportamento.
• Che gli intellettuali della generazione sessantottina abbiano sempre aspirato a «dare la linea», a etero-dirigere i leader politici e il Paese, magari grazie a una corazzata come il «Corriere della sera», è risaputo. (Antonio Socci, Libero, 11 settembre 2009, p. 1, Prima pagina) • siccome c’è tempo perché le cose a Tripoli volgano al peggio, com’è sempre facile che accada soprattutto se chi può aiutare rimane alla finestra, oggi non cerchiamo rivincite contro il trasversale partito italiano di [Mu’ammar] Gheddafi, ridotto all’impotenza non da noi ma da chi eterodirige anche la nostra politica estera oltre che la nostra economia. Siamo solo felici per la Libia. (Stefano Menichini, Europa, 24 agosto 2011, p. 1, Prima pagina) • L’Is è divenuto sempre più forte e, come sempre accade in questi casi, pensare di poter eterodirigere gruppi jihadisti radicali è un clamoroso errore. (Renzo Guolo, Messaggero Veneto, 2 gennaio 2017, p. 4).
- Composto dal confisso etero- aggiunto al v. tr. dirigere.
- Già attestato nel Corriere della sera del 23 gennaio 1993, p. 2, Interviste & Commenti (Umberto Ranieri).