eterogeneita
eterogeneità Differenze esistenti fra gli agenti o fra le unità oggetto di studio. Per lungo tempo la teoria economica ha ipotizzato che gli agenti (imprese, consumatori, banche, governi ecc.) fossero identici, di conseguenza molti dei modelli proposti contemplavano l’esistenza di un solo agente, chiamato appunto rappresentativo. In assenza di e. era possibile risolvere, ignorandoli, i problemi legati all’interazione e al coordinamento delle scelte di operatori per loro natura differenti gli uni dagli altri. La teoria (A.P. Kirman, Whom or what does the representative individual represent? «Journal of Economic Perspectives», 1992, 6, 2), ha mostrato come l’ipotesi dell’agente rappresentativo, oltre a non essere realistica, conduceva a errate valutazioni dell’impatto di politiche economiche. Parallelamente, l’analisi empirica condotta su basi di dati contenenti informazioni dettagliate su ciascun agente (microdati) ha rivelato l’esistenza di livelli di e. che non potevano essere ricondotti a casuali deviazioni dalla media di un agente rappresentativo.
È stato mostrato che imprese appartenenti a uno stesso settore industriale sono differenti rispetto a molte caratteristiche, quali il numero di occupati, il fatturato, la produttività, la presenza sui mercati esteri, gli investimenti in ricerca e sviluppo e così via. Gli agenti, le imprese in questo caso, sono quindi eterogenei rispetto a molte dimensioni della loro operatività; inoltre tali differenze possono essere notevoli e tendono a permanere nel tempo. Le diverse conoscenze apportate dai lavoratori, lo sviluppo di specifiche competenze, il fenomeno di path-dependency, l’aspetto organizzativo, sono solo alcuni dei fattori che sostengono e rafforzano le differenze che si osservano fra le imprese. In particolare, i fattori appena richiamati sono più rilevanti delle forze di segno opposto come, per es., l’emergere di metodi standard nei processi di produzione, che al contrario contribuiscono a rendere più simili fra loro imprese in uno stesso settore. Quanto illustrato rispetto alla e. delle aziende vale, con le dovute differenze di prospettiva, anche per i consumatori e gli altri operatori economici considerati. I consumatori, per es., cioè famiglie e singoli individui, differiscono tra loro per reddito, preferenze, età, attitudine al rischio eccetera. L’esistenza di e. fra gli agenti, come mostrata dall’analisi empirica, ha motivato l’emergere di un approccio alla macroeconomia che non ipotizza più l’esistenza di un solo agente, ma al contrario considera le differenze caratterizzanti ciascun gruppo al suo interno e si pone l’obiettivo di modellarne le interazioni.
Poiché gli agenti sono eterogenei, tendono anche a formarsi diverse aspettative sull’andamento di variabili economiche come inflazione, disoccupazione, crescita e così via. Particolare rilevanza assume l’e. nelle aspettative sui prezzi dei titoli contrattati nei mercati finanziari. Qui infatti solo l’esistenza di agenti con attese eterogenee riesce a spiegare l’alto volume di titoli scambiato giornalmente.