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ETEROPLASIA

di Cesare Sibilia - Enciclopedia Italiana (1932)
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ETEROPLASIA (dal gr. ἕτερος "diverso" e πλάσσω "modello")

Cesare Sibilia

Si chiama così in anatomia patologica vegetale quella iperplasia (v.) per cui in seguito a stimoli diversi si originano, per anormale proliferazione dei tessuti normali, altri tessuti che differiscono dai normali per dimensioni e disposizione delle cellule. Si distinguono due tipi di eteroplasia a seconda che la loro struttura è più semplice di quella dei tessuti di origine (cataplasie) o più complicata (prosoplasie). La durata dello sviluppo delle eteroplasie è varia e dipende dalla durata dello stimolo: in genere nelle cataplasie è molto ampia ed è teoricamente illimitata; nelle prosoplasie invece è più breve ed è circoscritta entro qualche mese. Ne sono esempî: i tessuti eteroplastici di correlazione, il callo, il legno e il sughero delle ferite e le galle; mentre le prime formazioni sono per lo più cataplasie, le galle (v. cecidio) sono prosoplasie o cataplasie a seconda della struttura istologica e della costanza o meno di forma e dimensione. Le eteroplasie possono interessare un intero organo o una parte.

Vocabolario
eteroplaṡìa
eteroplasia eteroplaṡìa s. f. [comp. di etero- e -plasia]. – In biologia, iperplasia le cui cellule hanno caratteri diversi da quelli delle cellule da cui sono derivate (è il tipo d’iperplasia più frequente nelle piante).
omeoplaṡìa
omeoplasia omeoplaṡìa s. f. [comp. di omeo- e -plasia]. – In botanica (in contrapp. a eteroplasia), iperplasia riscontrabile nei varî organi vegetali, nella quale le cellule non differiscono per i caratteri citologici dalle cellule originarie....
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