ETF
– Sigla di Exchange traded funds, fondi comuni di investimento mobiliari quotati su mercati azionari. Sono stati introdotti negli Stati Uniti negli anni Novanta del 20° sec.; in Italia, dove le negoziazioni sono iniziate nel 2002, se ne contavano oltre 550 a fine agosto 2011. Al contrario dei fondi comuni tradizionali, valutati solo a fine giornata, possono essere acquistati e venduti in qualunque momento come i titoli azionari, con commissioni relativamente basse. Come i fondi comuni, gli ETF si possono dividere in due categorie: quelli a distribuzione, che pagano periodicamente dividendi, e quelli ad accumulazione, che invece trattengono e reinvestono gli utili ottenuti. Gli ETF fanno parte della più ampia categoria dei cosiddetti fondi indice, la cui strategia punta a replicare i rendimenti di un opportuno indice (tipicamente azionario) limitandosi a gestire in modo passivo, ovvero senza compiere transazioni o ribilanciamenti salvo che in circostanze critiche, un patrimonio ripartito inizialmente in quote corrispondenti alla capitalizzazione relativa dei titoli che compongono l’indice. Gli ETF sono adatti a chi preferisce ‘scommettere’ su un intero indice di borsa invece che su singole azioni. Costituiscono quindi uno strumento di diversificazione del rischio, se pure limitatamente al mercato azionario.