eticista
s. m. e f. e agg. Esperto di problemi etici; che si riferisce ai valori morali.
• Cinquant’anni fa non si poteva discutere di alcune cose per il semplice motivo che non erano possibili; prendiamo l’esempio della fecondazione assistita. La scienza ha messo sul tavolo opportunità che prima non esistevano e che hanno fatto discutere; ma a discuterne non sono gli scienziati con gli eticisti: a discuterne sono i portatori di un’etica con i portatori di un’altra etica. (Edoardo Boncinelli e Emanuele Severino, Corriere della sera, 23 aprile 2008, p. 45, Commenti) • lungo i primi anni sessanta l’accento di [Giorgio] Bocca batte sulla «modernizzazione», in una prospettiva eticista, che si colora di elitismo tecnocratico. (Bruno Gravagnuolo, Unità, 27 dicembre 2011, p. 20, Primo Piano) • il Papa ha […] indicato anche in positivo la strada da seguire: «Verità, bontà, bellezza». Ma anche in questo passaggio ha messo in guardia dai rischi, con il suo argomentare in forma quasi dialogica. «“Io penso, cerco la verità”: stai attento a non diventare un intellettuale senza intelligenza. “Io vado, cerco la bontà”: stai attento a non diventare un eticista senza bontà. (Mimmo Muolo, Avvenire, 23 marzo 2014, p. 17, Catholica).
- Derivato dal s. f. etica con l’aggiunta del suffisso -ista.
- Già attestato nell’Unità del 25 ottobre 1993, p. 16, Scienza e Tecnologia (Annamaria Bernasconi), usato come s. m.