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Condillac, Étienne Bonnot de

Dizionario di filosofia (2009)
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Condillac, Etienne Bonnot de


Condillac, Étienne Bonnot de

Filosofo francese (Grenoble 1714 - abbazia di Flux, presso Beaugency, 1780).

Vita e opere

Figlio del visconte Mably e fratello di Gabriel de Mably, prese il nome Condillac da una terra di famiglia. Studiò presso i gesuiti a Lione, conseguì il dottorato in teologia alla Sorbona e ricevette l’ordinazione (1740), ma in realtà non esercitò mai il sacerdozio. Frequentatore dei salotti letterari parigini, si legò presto con Diderot e Rousseau, e con gli uomini del ‘clan holbachiano’. Il suo nome, citato come un’autorità, figura spesso nelle pagine dell’Encyclopédie, cui egli tuttavia non collaborò direttamente. Pubblicò l’Essai sur l’origine des connaissances humaines (1746; trad. it. Saggio sull’origine delle conoscenze umane), il Traité des systèmes (1749; trad. it. Trattato dei sistemi), il Traité des sensations (1754; trad. it. Trattato delle sensazioni) con gli annessi Dissertation sur la liberté ed Extrait raisonné, il Traité des animaux (1755). Su invito della figlia di Luigi XV, duchessa di Parma, divenne precettore dell’infante don Ferdinando; a Parma visse nove anni, e compose in occasione dell’insegnamento l’enciclopedia pedagogica Cours d’études (Grammaire, Art d’écrire, Art de raisonner, Art de penser, Histoire ancienne, Histoire moderne; trad. it. Corso di studi dell’abate di Condillac), che per l’opposizione dell’arcivescovo di Parma vide la luce soltanto nel 1775, a Parigi, con l’aggiunta dello scritto De l’étude de l’histoire, attribuito al Mably. Rientrato a Parigi, fu eletto membro dell’Académie Française (1768); partecipò alle polemiche sulla fisiocrazia con il trattato Le commerce et le gouvernement considérés relativement l’un à l’autre (1776). Compose per le scuole palatine La logique (1780; trad. it. La logica) e lasciò incompiute le ricerche logico-analitiche destinate al trattato La langue des calculs. Trascorse gli ultimi anni nella sua terra di Flux.

La gnoseologia sensista

Intento del primo Essai era di «ridurre a un medesimo principio» il sensismo lockiano. Tale esigenza metodologica è svolta da C. colmando il distacco, da Locke postulato e non giustificato, tra le idee sensibili ‘dirette’ e quelle ‘riflesse’: lo sviluppo dei modi di comunicare emozioni e sensazioni, l’uso dei segni linguistici– cui è dedicata la parte più originale dell’Essai – ristabilisce appunto la continuità genetica tra lapura sensazione e le più complesse operazioniintellettuali. Il Traité des systèmes integra questo radicale empirismo (che rivela qui l’altra sua fonte, vale a dire il metodo newtoniano) con un’acuta critica, condotta in chiave sperimentale, dei sistemi metafisici di Descartes, Spinoza, Malebranche, Leibniz. Un’osservazione critica di Diderot indusse C. a confrontare il proprio sensismo con quello ‘idealistico’ di Berkeley: nel Traité del 1754, utilizzando la celebre finzione della statua che si anima a poco a poco e acquisisce successivamente l’uso dei singoli sensi, dissipò l’equivoco annidato nella precedente analisi, puramente soggettiva, delle sensazioni. Tenne fermo il principio secondo cui «il giudizio, la riflessione, i desideri, le passioni, ecc. non son altro che la sensazione, la quale si trasforma in diversi modi»; e, seguendo ancora Locke, attribuì al senso del tatto la funzione di tramite col mondo reale: ossia di rivelare l’ordine obbiettivo della natura, coordinare i dati visivi, auditivi, olfattivi, iniziare l’uomo ai bisogni e alla vita di relazione. Le analisi gnoseologiche circa la connessione tra le singole sfere sensoriali o sinestesia, la discussione della celebre ‘questione di Molyneux’ circa l’adattamento dei sensi in un cieco nato che recuperi la vista in seguito a un’operazione di cataratta, il ruolo primario attribuito ai bisogni pratici nello sviluppo delle idee, riprendono temi lockiani e berkeleiani assai diffusi nell’ambiente enciclopedistico. Ma C., senza rinunciare alla propria te-si fondamentale circa la genesi della vita cosciente dalla sensazione, si sottrasse alle estreme conseguenze materialistiche che altri ne deducevano.Discutendo, nel Traité des animaux, la vecchia questione cartesiana dell’automatismo animale, riaffermò, contro certe equivoche asserzioni di Buffon, un limitato grado di coscienza negli animali e uno iato sostanziale tra queste e l’intelligenza umana: accordò così la sua teoria epistemologica con il dualismo tradizionale della teologia cristiana, della quale fu sempre rispettoso.

Pedagogia, economia, logica

Anche il programma pedagogico del Cours d’études è modellato sul ritmo di sviluppo delle operazioni intellettuali, tracciato negli scritti epistemologici: contro ogni forma d’insegnamento sistematico, C. sostiene che «non si debbano fornire a un fanciullo tutte le cognizioni che gli serviranno un giorno; basta dargli i mezzi di acquisirle»; e, da questo punto di vista, assegna all’educazione il compito di ripercorrere i suc-cessivi stadi di sviluppo dello spirito umano. Lo studio della storia, che chiude il Cours, mostrailluministicamente il progresso della ragione negli ultimi secoli e il trionfo del pensiero scientifico. Nel trattato Le commerce, C. applica l’analisi psicologica alle nozioni di ‘bisogno economico’ e ‘valore’ e sostiene i principi del liberismo. Gli scritti logici della vecchiaia, riprendendo l’ideale leibniziano di una logica combinatoria universale, costituiscono un tentativo di estendere la simbologia e le tecniche matematiche alla «analisi delle facoltà dell’anima», sì da ottenere una scomposizione del pensiero nei suoi meccanismi elementari, una ricomposizione artificiale di tali meccanismi, e quindi una tavola esauriente di simboli relativi alle funzioni della mente. Discepoli immediati di C., dopo la larga influenza ch’egli esercitò sugli enciclopedisti, furono gli ‘ideologi’ ; ma la sua presenza nella cultura filosofica francese si estende ben oltre, fino a Cousin, a Maine de Biran, a Taine e agli studiosi positivisti di psicologia sperimentale.

Biografia
Condillac, Etienne Bonnot de


E. Condillac

1714

Nasce a Grenoble

1740

Consegue il dottorato in teologia alla Sorbona

1746

Pubblica l’Essai sur l’origine des connaissances humaines

1758-1767

Si stabilisce a Parma come precettore dell’infante don Ferdinando

1767

Rientra a Parigi

1768

Viene eletto membro dell’Académie Française

1780

Muore a Flux, presso Beaugency


Vedi anche
Jean-Jacques Rousseau Filosofo e scrittore (Ginevra 1712 - Ermenonville, Oise, 1778). Figlio di un orologiaio, non ebbe una regolare istruzione, e a soli tredici anni fu mandato come apprendista presso un incisore, occupazione che avrebbe ben presto abbandonato per fuggire in Savoia, iniziando una vita disordinata che sarebbe ... Gabriel Bonnot de Mably Mably ‹mablì›, Gabriel Bonnot de. - Pensatore politico (Grenoble 1709 - Parigi 1785), fratello di E. de Condillac. Individuò nella proprietà privata l'origine di tutti i mali della società e ne propose l'abolizione, teorizzando uno Stato egualitario in cui l'intera compagine sociale fosse effettivamente ... ideologia Il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale. ● Il termine fece la sua comparsa in Francia quando A.-L.-C. Destutt de Tracy se ne servì per denominare una nuova scienza, il cui scopo era quello di studiare l’origine delle idee. Intorno a questo ... Claude-Adrien Helvétius Helvétius ‹elvesi̯ü´s›, Claude-Adrien. - Filosofo (Parigi 1715 - ivi 1771). Influenzato dalla scuola degli illuministi francesi assertori del sensismo, nell'unica opera pubblicata, De l'esprit (1758), ne radicalizzò gli esiti materialistici sviluppando una teoria utilitaristica in cui la vita morale ...
Indice
  • 1 Condillac, Étienne Bonnot de
  • 2 Vita e opere
  • 3 La gnoseologia sensista
  • 4 Pedagogia, economia, logica
  • 5 E. Condillac
  • 6 1714
  • 7 1740
  • 8 1746
  • 9 1758-1767
  • 10 1767
  • 11 1768
  • 12 1780
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  • Condillac, Étienne Bonnot de
    Enciclopedia on line
    Filosofo (Grenoble 1714 - abbazia di Flux, presso Beaugency, 1780). Figlio del visconte Mably e fratello di Gabriel de Mably, prese il nome Condillac da una terra di famiglia. Studiò presso i gesuiti a Lione, si addottorò in teologia alla Sorbonne e ricevette l'ordinazione (1740), ma in realtà non esercitò ...
  • CONDILLAC, Ètienne Bonnot de
    Enciclopedia Italiana (1931)
    Filosofo francese, nato a Grenoble il 30 settembre 1714. Dopo un primo periodo di tempo in cui, morto il padre, abitò in casa del fratello maggiore, e venne in contatto col Rousseau, precettore dei figli di quest'ultimo, entrò in un seminario a Parigi, donde uscì prete. A Parigi, ritrovato il Rousseau, ...
Vocabolario
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
de auditu
de auditu locuz. lat. – Espressione corrispondente all’ital. «per sentito dire»: riferire de auditu. Anche, «per avere udito direttamente», nell’espessione giuridica testimone de visu et de auditu (v. de visu).
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