BOUTROUX, Étienne-Émile-Marie
Filosofo francese fondatore del contingentismo, nato a Montrouge (Senna) il 28 luglio 1845, morto a Parigi il 23 novembre 1921. Studiò alla scuola normale di Parigi e a Heidelberg. Insegnò nel liceo di Caen, poi nelle università di Montpellier e Nancy. Nel 1877 fu nominato maître de conférences nella scuola nomiale e nel 1885 chargé de cours nella facoltà di filosofia della Sorbona, dove insegnò, dal 1888 in poi, storia della filosofia moderna. Diresse la Fondation Thiers; fu presidente dell'Académie des sciences morales et politiques, e membro dell'Académie française.
Fra le opere più notevoli, ricordiamo le due tesi presentate per il dottorato: De veritatibus aeternis apud Cartesium (1874) e De la contingence des lois de la nature (1874). In quest'ultima, il Boutroux critica la concezione meccanica e deterministica della natura che, negando tutte le differenze qualitative e riducendo ogni cambiamento al rapporto di causalità, presume ragguagliare l'effetto alla causa e risolvere i varî gradi del reale nelle loro condizioni elementari. Contro tale concezione egli crede di dimostrare che l'equazione causale non è assoluta; che fra le varie forme dell'essere - ch'egli concepisce sovrapposte e gerarchicamente ordinate - non v'è passaggio necessario, ma vera e propria discontinuità; che la vita è una continua novità, una sintesi sempre più alta, che implica un principio attivo di organizzazione e di creazione, un atto di libertà.
Nell'opera De l'idéé de loi naturelle dans la science et dans la philosophie contemporaines (1895) egli difende ancora la tesi dell'indeterminismo, dimostrando che le leggi della natura non hanno per sé stesse carattere d'intelligibilità, che la loro oggettività è imperfetta e la necessità che esse affermano è assoluta solo per la cognizione, non per la realtà; in conclusione esse esprimono soltanto il nostro sforzo di adattare le cose alla legge d'identità del nostro pensiero e di renderle docili al compimento della nostra volontà.
Oltre a queste opere fondamentali ricordiamo: La Grèce vaincue et les premiers stoïciens (1875); la Philosophie des Grecs (1877), traduzione dei primi tre volumi dell'opera dello Zeller, preceduta da una notevole introduzione; La Monadologie de Leibnitz (1880); una memoria su Socrate fondateur de la science morale (1883); Aristote (1886); Les Nouveaux essais sur l'entendement humain de Leibnitz (1886); Le philosophe allemand Jacob Boehme (1888); Kant (1895); Questions de morale et d'éducation (1895); Études d'histoire de la philosophie (1897); Pascal (1900); Science et religion dans la philosophie contemparaine (1908), in cui l'autore si pone il problema dei rapporti della religione con le altre attività dello spirito e in particolar modo con la scienza, manifestando in ultimo il suo pensiero profondamente mistico. Inoltre il B. scrisse innumerevoli articoli in riviste di filosofia francesi e straniere, discorsi, memorie, prefazioni, conferenze, ecc. Come maestro esercitò grandissima influenza sulle giovani generazioni francesi e come pensatore seppe porsi con grande lucidezza il problema della libertà, riuscendo a distruggere, con felice critica, la concezione meccanica dell'universo instaurata dal positivismo, che trionfava anche in Francia intorno al 1870. Contro tale concezione la filosofia della contingenza, schiettamente spiritualistica, sorse a rivendicare la gerarchia dei valori, le differenze qualitative, l'individualità e la libertà.
Bibl.: Un'ampia bibliografia degli scritti del Boutroux è in fine alla traduzione italiana del saggio Dell'idea di legge naturale nella scienza e nella filosofia contemporanei, a cura di E. Liguori-Barbieri, Firenze 1925. - Complessivi: C. Ranzoli, É. B., Milano 1924; M. Schyns, La philosophie d'É. B., Parigi 1924; E. Liguori-Barbieri, La filosofia di E. B. e la reazione all'intellettualismo nella filosofia francese contemporanea, Pisa 1926.