RADET, Étienne
Generale della gendarmeria napoleonica, nato a Stenay nel 1762, morto a Varennes nel 1825. La sua notorietà è dovuta all'essersi egli trovato quale generale comandante la gendarmeria presso il corpo di occupazione di Roma, quando Napoleone decretò da Schönbrunn, nel 1809, la fine del potere temporale del pontefice. In tale sua qualità il R. ebbe ordine di giungere ad ogni costo fino alla persona di Pio VII nel palazzo del Quirinale, d'intimargli l'esplicita rinuncia alla sovranità territoriale, e in caso di rifiuto di allontanarlo a forza da Roma. Il R. eseguì l'ordine penetrando la notte sul 6 luglio nella residenza papale da una finestra del primo piano mediante scale, col concorso dei suoi gendarmi. E poiché il pontefice oppose un dignitoso, ma fermo rifiuto alle pretese di Napoleone, il R. lo invitò a prepararsi sollecitamente per un lungo viaggio, solo consentendo che lo accompagnasse il segretario di stato cardinale B. Pacca. I due prigionieri furono fatti salire in una vettura, che si diresse a Firenze; il R. chiuse a chiave gli sportelli, prendendo posto egli stesso accanto al cocchiere. Alla restaurazione borbonica il R. fu per questi fatti arrestato e condannato a nove anni di carcere. Egli fece ogni sforzo per dimostrare che aveva, come soldato, ubbidito a ordini superiori, e per far rilevare che, nell'esecuzione aveva posto tutta la delicatezza che il caso richiedeva. Finalmente, dopo circa due anni di prigionia, ebbe da Luigi XVIII la grazia e si ritirò a vita privata a Varennes.