etternale
Aggettivo qualificativo usato da D. otto volte: una nella Vita Nuova, cinque nel Convivio, due nella Commedia (una presenza nell'Inferno e una nel Paradiso). " Aeternalis " è frequente presso gli autori cristiani, da Tertulliano in poi, come contrario di " temporalis " (cfr. Ps.-Aug. Ser. 71, 9 " Nemo potest accipere aeternale, nisi prius temporale dimiserit ").
Quanto al valore semantico, e. è sinonimo di " eterno ", del quale ripete anche la varietà degli usi.
In Vn XXII 1 (colui che era stato genitore di tanta meraviglia... di questa vita uscendo, a la gloria etternale se ne gio veracemente), Cv II I 6 (le superne cose de l'etternal gloria), e III VII 15 (quella per la quale campiamo da etternale morte e acquistiamo etternale vita) l'aggettivo in nesso col sostantivo forma una sola idea o immagine: gloria etternale è " il cielo "; etternale morte è " la dannazione " ed etternale vita è " la gloria del Paradiso ".
In Cv III XV 18 la etternale imperadrice è la " sapienza ", etternale perché nel divino pensiero... essa era quando [Dio] lo mondo fece (§ 15); cioè e. è qualità essenziale, connaturale alla divinità, coeterna con essa. In Cv IV XXIV 6 elli sarebbe a li ottantuno anno di mortale corpo in etternale transmutato, e. indica la qualità " immortale ", " celeste ", " spirituale " che il corpo di Cristo avrebbe acquistato passando dalla terra al cielo.
L'etternale ardore (If XIV 37) è la " pioggia di fuoco " che cade continua, senza interruzioni e senza fine. In Pd V 116 triunfo etternal indica le " anime del Paradiso, beate, trionfanti in eterno ", perciò l'espressione vale " la Chiesa trionfante ". Per il concetto che il termine rappresenta nella cultura di D., v. etternare; etternità; etterno.