CADORIN, Ettore
Nacque a Venezia il 1º marzo del 1876 dallo scultore e plasticatore Vincenzo e da Matilde Rochin; fu fratello del pittore Guido. La fonte più ampia di notizie che si abbia su di lui è costituita dalle note autobiografiche. Egli apprese a scolpire prima nello studio del padre, quindi all'Accademia, dove seguì corsi regolari sotto Antonio Dal Zotto. Verso la fine del secolo, con un soggiorno in Romania, ebbero, inizio le lunghe peregrinazioni alla ricerca di un favorevole mercato che lo condussero negli anni seguenti in tutto il mondo, salvo sporadiche soste a Venezia.
A Bucarest ebbe una prima commissione privata di un certo rilievo con il busto del Professor Hasdeu e quindi con la corona bronzea eseguita per la celebrazione della sottomissione della Dacia all'Impero romano e che fu infissa alla base della colonna Traiana in Roma. Nel corso del 1902 si trasferì a Parigi dove, a contatto con R. Lalique e sulla suggestione delle fusioni viennesi di Klinkosch, mise a punto una tecnica a rilievo bassissimo, da applicarsi preferibilmente all'avorio e che, impiegata nell'esecuzione di ritratti, doveva conquistargli commissioni e incarichi prestigiosi. Risalgono a questo periodo i primi bassorilievi, e cioè i ritratti di Rosa Montague, di Amelia Rosselli, di Aldo Rosselli ed altri.
I ritratti, sempre su avorio a lievissimo rilievo, delle principesse Iolanda e Mafalda, eseguiti per conto della regina Margherita di Savoia (1904), attestano il successo di questa tecnica garbata che facilmente conveniva al gusto del tempo.
Esordì alla VI Biennale di Venezia (1905) con un avorio, G. Carducci, e soprattutto con Sogno, altorilievo dichiaratamente eseguito sotto la suggestione del Bistolfi. La Biennale successiva (1907) lo vide espositore ancora con opere di piccolo formato e con Gioia di vivere, gruppo di tre nudi femminili che ricalcavano la tematica e le cadenze più usuali del periodo. Alla Biennale del 1909 espose tra l'altro una placchetta con la figura allegorica della Tragedia;all'Esposizione del 1910 fu presente con una statuetta in terracotta raffigurante la danzatrice Isadora Duncan (l'opera, già esposta l'anno precedente al Salon di Parigi, ebbe largo successo e fu oggetto di numerose repliche da parte dell'autore). Espose anche alla XI Biennale (1914).
Dal 1907 il C. si stabilì per lunghi periodi a Parigi, alla ricerca dichiarata di una danarosa clientela. Al 1910 risale il ritratto di Wagner, collocato in palazzo Vendramin Calergi, a Venezia, ed eseguito a Parigi, su commissione del Comitato franco-tedesco di celebrazioni wagneriane. Nella stessa temperie di gusto si inserisce il busto di Benedetto Marcello per il conservatorio musicale di Venezia. Nel 1911 espose alla Graves Gallery di Londra; l'anno dopo a Melbourne (frutto di quest'ultima presenza furono le commissioni di alcune statue per l'università di quella città e di una Madonna per la cattedrale).
A partire dal 1915 si trasferì definitivamente negli Stati Uniti, nei primi anni come insegnante presso l'università di Columbia. Organizzò una personale alla Galleria Reinhardt di New York che ottenne un certo successo. L'opera di maggior impegno eseguita nel primo dopoguerra è da vedersi nel Monumento ai caduti della città di Edgewater (New Jersey). Il 1925 segna il trasferimento sulla costa occidentale, prima a Los Angeles, poi a Santa Barbara (California). Il successo di pubblico non fu qui immediato come in altre circostanze: la mostra allestita con Lullo Blaas alla Galleria Cannell a Chafin (California) non ebbe alcuna risonanza.
La prima commissione di una certa importanza fu rappresentata dalle statue decorative richiestegli per il tribunale di Santa Barbara (edificato in quegli anni su progetto dell'architetto W. Mooser), seguite da vari monumenti funebri privati ancora partecipi della mistica funeraria del primo Novecento. Nel 1931 eseguì la statua commemorativa del padre missionario Junipero Serra per il Campidoglio di Washington e quindi tre immagini di Santi per la cattedrale della stessa città.
A San Francisco gli fu affidata la decorazione dell'Esposizione internazionale Golden Gate (1935).
Dal 1941 si trasferì a Sonoma, sempre in California, dove morì il 18 giugno 1952.
Aggiornato l'insegnamento paterno con abili adattamenti nella direzione dell'artnouveau, il C. non superò mai tuttavia l'ambito di un abile artigianato di consumato mestiere.
Fonti e Bibl.: Oltre alla bibl. in U. Thieme-F.Becker, Künstlerlexikon, V, p. 344, e in Encicl. Ital., VIII, p. 246, siveda l'autobiografia, completata sulla base di appunti autografi dall'allieva M. Brackenridge: E. Cadorin, Note di un artista veneziano, Venezia 1953;e G. Marchiori, I Cadorin, Firenze 1968, passim.