ONORATO, Ettore
ONORATO, Ettore. – Nacque a Lucera l’8 febbraio 1899, da Alfonso, insegnante presso il Convitto nazionale, e da Erminia Pellegrini.
Conclusi gli studi liceali nella città natale, si iscrisse alla scuola di agraria di Portici. Tuttavia, persuaso dai consigli di Filippo Silvestri, suo insegnante e noto entomologo, decise poco dopo di abbandonare gli studi agrari per la facoltà di scienze dell’Università la Sapienza di Roma. Conseguita la laurea in scienze naturali nel 1924, ricevette l’incarico di assistente alla cattedra di mineralogia, di cui era titolare Federico Millosevich.
Il periodo di perfezionamento trascorso presso la scuola mineralogica romana, fondata da Giovanni Struever e diretta dallo stesso Millosevich, gli consentì di completare l’apprendistato in ambito mineralogico. Così, se da una parte si impratichì nell’analisi morfologica e chimica delle specie minerali, metodologia di indagine classica e ancora in auge nei primi decenni del XX secolo, dall’altra ebbe l’opportunità di stringere e intrattenere importanti legami di collaborazione con laboratori e istituti di ricerca europei. La frequentazione di Ernst Schiebold, cristallografo dell’Istituto di mineralogia dell’Università di Lipsia, e il successivo soggiorno presso il laboratorio di fisica dell’Università di Manchester, diretto dal premio Nobel William Lawrence Bragg, segnarono profondamente le attitudini scientifiche del giovane Onorato, esortandolo ad approfondire i metodi di applicazione dei raggi Röntgen all’analisi strutturale dei minerali.
Negli anni Venti, la nuova tecnica cristallografica, introdotta dal fisico tedesco Max von Laue nel 1912 e basata sull’impiego di lamine di cristalli come reticoli di diffrazione dei raggi X, aveva riscosso consensi crescenti nella comunità dei mineralisti. Era, infatti, giudicata uno strumento efficace nella corretta determinazione della struttura cristallina e della simmetria delle specie minerali.
Nel panorama italiano delle scienze della terra, Onorato acquisì una posizione inizialmente pionieristica e poi di rilievo nel campo delle attrezzature röntgenografiche, diventandone uno dei maggiori esperti e incoraggiandone la diffusione, specialmente dopo essere subentrato a Millosevich nella direzione della scuola romana di mineralogia (1942).
Ottenuta la libera docenza nel 1929, dal 1930 fu titolare della cattedra di mineralogia all’Università di Cagliari, insegnamento di cui fu altresì docente presso l’Università di Genova nel triennio 1935-38. All’incirca nello stesso periodo (1934-39) ricevette dal governo brasiliano l’incarico di organizzare e dirigere l’Istituto di mineralogia della facoltà di scienze dell’Università di San Paolo. Rientrò definitivamente in Italia nel 1940, quando Millosevich, assunta la cattedra di petrografia, lo volle di nuovo al suo fianco per ricoprire l’insegnamento di mineralogia presso l’Ateneo capitolino.
La sua produzione scientifica rispecchiò sia il curriculum classico della scuola mineralogica romana, sia la vivacità di interessi per i metodi più innovativi e d’avanguardia dell’esplorazione mineralogica. La sua opera, come suggerito da Carlo Lauro (1973), può essere, pertanto, suddivisa in due principali indirizzi di riflessione. Se le ricerche degli anni giovanili si inserirono sulla scia del filone naturalistico tradizionale, le opere della maturità furono riflesso delle attenzioni, per gradi crescenti, verso l’orientamento neocristallografico, consolidatosi, del resto, nel corso degli anni Venti e Trenta. Così, ai lavori iniziali, come quelli concernenti le proprietà cristallografiche e chimiche di specie solfatiche provenienti da diverse località italiane (La celestina di Caramanico, in Atti dell’Accademia nazionale dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali. Rendiconti, V [1924], 33, pp. 259-261; Sulla epsomite della miniera Nord-Ovest inferiore di Idria, ibid., VI [1925] , 2, p. 204-209), o sulla simmetria della hauerite di Raddusa (Catania; Sulla hauerite di Raddusa, Città di Castello 1925; Simmetria e struttura dell’hauerite, in Periodico di mineralogia, I [1930], 2, p. 109-137), subentrarono le riflessioni, più mature e dal carattere innovativo, sull’applicazione dei raggi X nelle indagini cristallografico-strutturali.
Tra i contributi giovanili si distinsero anche le ricerche, presentate al XV Congresso geologico internazionale (Pretoria, Sud Africa 1929), sulla pelagosite delle isole Tremiti, di cui chiarì la genesi biochimica riconoscendone correttamente un aggregato impuro di aragonite e screditandone, pertanto, la classificazione originaria (Sulla Pelagosite delle Isole Tremiti nell’Adriatico, in Bollettino della Società geologica italiana, XLV [1926], pp. 17-31). Furono inoltre di indubbia importanza le esplorazioni sul giacimento di zolfo di Monte Solforoso, nel distretto vulcanico Sabatino (Sul giacimento di zolfo di Monte Solforoso presso Sacrofano in provincia di Roma, in Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali. Rendiconti, VI [1928], 8, p. 244-51) e la conferma della natura di sale doppio della dolomite. Le osservazioni sperimentali sulla simmetria della leucite (Ricerche roentgenografiche sulla leucite, ibid., IX [1938], pp. 85-97) e gli esami cristallografico-strutturali sulla cobaltite e su esemplari diversi di feldspati potassici circoscrissero invece i lavori di maggiore originalità del filone röntgenografico.
Alle indagini strettamente sperimentali si intervallarono opere che coinvolgevano le questioni teoriche e metodologiche della mineralogia, cui Onorato affiancò un’infaticabile attività didattica e divulgativa. Questa si tradusse nell’ininterrotta raccolta di campioni minerali e nella riorganizzazione delle collezioni mineralogiche e petrografiche delle Università di Cagliari e Roma. Dalla sua spiccata sensibilità verso l’attività didattica dipese anche l’istituzione e il primo impianto del museo del neonato Istituto di mineralogia dell’Università di San Paolo del Brasile. Mise, infine, in opera la compilazione di una Bibliografia mineralogica italiana ragionata dal 1800, già abbozzata da Millosevich, e di cui completò più della metà (Lauro, 1973, p. 12).
Ricevette numerosi incarichi e riconoscimenti, testimonianza del suo spessore intellettuale e scientifico. Fu preside delle facoltà di farmacia (1960-63) e di scienze matematiche, fisiche e naturali (1963-64 e 1967-68) dell’Università di Roma. Venne eletto membro del Comitato nazionale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la mineralogia, la geologia e la geografia. Fu presidente della commissione CNR per la cristallografia e direttore del gruppo di ricerca per la cristallografia e la strutturistica mineralogica. Poco prima della sua scomparsa ottenne la presidenza del Centro di studio per la mineralogia e la petrologia delle formazioni ignee del CNR. Tra i suoi molteplici incarichi si possono altresì annoverare l’elezione a membro della Società mineralogica internazionale e l’affiliazione all’Associazione dei musei scientifici nazionali. Ricevette la laurea honoris causa dall’Università di San Paolo del Brasile e figurò nel Comitato di redazione dell’Enciclopedia Italiana (Treccani). Dal 1942 al 1967 diresse il Periodico di mineralogia e l’Istituto di mineralogia e petrografia dell’Università di Roma. Fu socio dell’Accademia nazionale dei Lincei, dell’Accademia dei XL e dell’Accademia delle scienze di Torino.
Negli ultimi anni di vita fu profondamente scosso dalla scomparsa della moglie Lina Cantoni e dalla morte prematura, causata da un incidente automobilistico, del fratello Umberto (1898-1967), noto caricaturista, scenografo e giornalista.
Morì a Roma il 31 ottobre 1971.
Opere: F. Millosevich, L’Istituto di mineralogia della R. Università di Roma, Roma 1939; Bibliografia mineralogica italiana: atlante, Roma 1969.
Fonti e Bibl.: C. Lauro, E.O. Discorso commemorativo pronunciato ...nella seduta ordinaria del 10 febbraio 1973, estr. da Celebrazioni lincee, LVII (1973); A. Maras - A. Mottana, Il Museo di mineralogia: passato, presente e prospettive future, «Quaderni del Museo di mineralogia», 2, Roma 1982; C. Cipriani, Musei di mineralogia: passato, presente e futuro, in Plinius, VI (1994), 11, p. 242-250; Scienze della Terra. Elementi di geologia generale, a cura di P. Casati, I, Torino 1996, pp. 30-39; R.J. Sureda, Historia de la mineralogía, San Miguel de Tucumán 2008, pp. 83-91.