MAZZUCCHELLI, Ettorina
– Nacque a Milano il 31 dic. 1893 da Oreste e da Ester Avanzini. Studiò alla scuola di ballo del teatro alla Scala di Milano con Adelaide Viganò, A. Coppini e R. Grassi. Nella stagione 1911-12 alla Scala apparve nel cast dell’opera Armida (coreografia di Grassi, musica di Chr.W. Gluck). Nel marzo 1913 debuttò come prima ballerina alla Scala in Siama (coreografia di N. Guerra, musica di I. Hüvös) prima ancora di aver completato gli studi (danzerà il suo passo d’addio solo nel dicembre 1915), chiamata a prendere il posto della celebre danzatrice Olga Préobrajenska. Nelle sue memorie, pubblicate a puntate nel 1947 sul Corriere lombardo, la M. racconta come già nel 1911 era stata notata da M. Fokine, che l’aveva prescelta per danzare in Cleopatra e Sheherazade. Sempre alla Scala, nel 1913 danzò nella Carmen di G. Bizet, nel 1914 fu interprete principale della prima del Salice d’oro (coreografia di J. Hassreiter, libretto e musica di R. Pick-Mangiagalli) e nel 1918, al fianco di Cia Fornaroli e di Edvige Varischi, creò il ruolo di Colombina nel Carillon magico (coreografia di Grassi; musica di Pick-Mangiagalli), che nel 1923 sarà riprodotto da E. Biancifiori al teatro S. Carlo di Napoli. Dopo essere apparsa nella stagione estiva del 1914 al teatro Colón di Buenos Aires al seguito del complesso della Scala sotto la direzione di T. Serafin, nel 1915 iniziò una lunga e proficua collaborazione con il S. Carlo di Napoli. Scritturata anno dopo anno dall’impresario A. Laganà per le stagioni invernali, interpretò soprattutto i classici della tradizione del «ballo grande» italiano, nelle riproduzioni di balli di L. Manzotti curate da Biancifiori (Pietro Micca, musica di G. Chiti: 1915 e 1920; Excelsior, musica di R. Marenco: 1916-17 e 1922; Sieba, musica di Marenco: 1918 e 1924) e di I. Monplaisir (Brahma, musica di C. Dall’Argine: 1919).
Il generale consenso di pubblico e critica è esemplificato dalla recensione di G. Bellezza, scritta in occasione della ripresa dell’Excelsior: «La sua danza è sempre un così ideale ritmo di poesia, che tutte le sue agili movenze hanno quasi una visibilità incorporea. La danzatrice è un prodigio di virtuosità, nel giuoco delle punte, nella perfezione tempista, nel vortice delle giravolte. Ma la sua visione plastica, in tutti i momenti, non è che un poema di seduzioni trascinanti. Ecco perché Ettorina Mazzucchelli e i balli del S. Carlo saranno eternamente inscindibili» (Al R. Teatro S. Carlo: il ballo «Excelsior» e la sua nuova riproduzione, in Il Giorno, 17-18 genn. 1922).
Sempre al S. Carlo presentò la pantomima Histoire d’un Pierrot (coreografia di G. Calletti, musica di P.M. Costa: 1921), classici del repertorio quali Coppelia (musica di L. Delibes: 1916), La fille mal gardée (musica di F. Hérold: 1921), entrambi messi in scena da Biancifiori, e Sylvia (coreografia di V. De Crescenzi, musica di Delibes: 1926). Fra il 1919 e il 1921, durante le stagioni di primavera e autunno, danzò in numerose produzioni del théâtre du Casino di Monte Carlo. Nell’estate del 1919 apparve anche in vari numeri (Cushions, A winter fantasy, The bird cage) della rivista Joy-Bells prodotta da A. de Courville per lo Hippodrome theatre di Londra. Le sue memorie riportano anche un’apparizione a Barcellona (nel 1924, secondo l’Enciclopedia dello spettacolo). Comparve per l’ultima volta sulle scene in qualità di interprete nella stagione 1929-30 al teatro reale dell’Opera di Roma in Casanova a Venezia (libretto di G. Adami, coreografia di H. Kröller ripresa da P. Battaggi, musica di Pick-Mangiagalli). Al 1916 risale la sua apparizione cinematografica nel film I mohicani di Parigi di L. Carlucci.
Nel 1932, chiamata al teatro alla Scala come insegnante per i corsi superiori, affiancò Jia Ruskaja nella direzione della scuola di ballo, della quale fu direttrice unica dal 1935. La M. era rimasta inizialmente coinvolta nelle polemiche che accompagnarono la nomina della Ruskaja alla guida della scuola di ballo, che faceva seguito al mancato rinnovo dell’incarico a Cia Fornaroli per ragioni di natura politica, in quanto notoriamente legata alla famiglia di A. Toscanini (cfr. P. Veroli, Walter Toscanini e i balletti di Sanremo, in Chorégraphie, V [1997], 10, pp. 31 s.).
La M. morì a Milano il 26 genn. 1950.
La direzione della M. si protrasse fino alla morte, in un periodo in cui il teatro di danza vedeva un sensibile calo delle produzioni autonome di balletto e un ribaltamento rispetto alla situazione ottocentesca, che non di rado aveva visto prevalere il ballo sull’opera. Permaneva comunque, almeno nei teatri maggiori, l’esigenza di mantenere in vita un corpo di ballo che assicurasse le produzioni di danza e i numeri danzati nelle opere di repertorio. Alla scuola guidata dalla M. (e in parte a quelle dell’Opera di Roma e del S. Carlo di Napoli, anch’esse di derivazione scaligera), cui spettava il compito di assicurare agli enti lirici italiani una leva di ballerini ben addestrati nella tradizione accademica, si deve così la formazione dei maggiori interpreti italiani. Il film Passo d’addio di G. Ferroni del 1942, con Nives Poli prima ballerina e coreografa, è una fra le testimonianze del ruolo svolto dalla Scala mentre la M. era direttrice.
In complesso la M., nonostante gli indiscussi successi come interprete, erede della scuola italiana di antica tradizione, è oggi ricordata prevalentemente per il suo ruolo di didatta e direttrice totalmente dedita al servizio della propria arte, fedele a un modo di essere che già era stato colto al culmine della sua carriera di danzatrice da F. Di Monterbano (p. XIII): «ella vede nell’espressione diretta e sensibile e naturale, felicemente equilibrata con il mezzo, nell’armonia della materia e della forma, la via e il punto della sua arte».
Le memorie della M. sono state pubblicate nel 1951 a Milano con il titolo La mia vita.
Fonti e Bibl.: F. Di Monterbano, E. M., Napoli s.d. [ma circa 1921]; N. Scafidi, Il teatro alla Scala, in R. Albano - N. Scafidi - R. Zambon, La danza in Italia: la Scala, la Fenice, il S. Carlo, dal 18 sec. ai giorni nostri, Roma 1998, pp. 9-87; P. Veroli, E. M., «l’insuperabile diva della danza», in La Danza italiana, 1999, quaderno n. 2, pp. 49-83 (con l’edizione critica delle memorie della M.); Duecento anni di teatro alla Scala, II, G. Tintori, Cronologia: opere - balletti - concerti 1778-1977, Gorle 1979, pp. 199, 202-207; Il teatro di S. Carlo. La cronologia 1737-1987, a cura di C. Marinelli Roscioni, Napoli 1987, pp. 487-518; Enc. dello spettacolo, VII, col. 347.